Ci
vuole veramente un bel coraggio ad indossare quella maglietta disgustosa e
provocatoria. O una abbondante dose di imbecillità congenita ed incoscienza.
C’è
scritto Auschwitzland su quello straccetto nero ispirato alla Disney, indossato
a Predappio da tale Selene Ticchi, già candidata sindaco di Budrio, nella
manifestazione di rievocazione della Marcia su Roma del 28 ottobre 1922.
Il
lager di Auschwitz pubblicizzato come un parco giochi, come Disneyland, come
Acqualand, come Zoomarine o Fiabilandia: una provocazione orribile che irride
l'ex campo di sterminio nazista, come se la Shoah non fosse mai esistita e non
fosse costata la vita a un intero popolo. Tutto questo è ancor più
insopportabile nell'80° anniversario delle leggi razziali.
Semplice
“Humor nero”, l’ha definito la stessa invasata militante di Forza Nuova, che,
peraltro, l'ha espulsa dal partito.
Forse
la tettona neo-fascista non se ne rende conto, forse è un’incapace, forse non è
proprio in grado di capire che quella volgare t-shirt è un insulto all’umanità
e offende la memoria di milioni di persone che sono state perseguitate,
deportate, torturate e uccise.
Ma,
al di là della oscena ironia, ancora esiste questa gente? Questi indecenti
pagliacci travestiti che sfilano in parata, giocando con la Storia?
Queste teste rasate che inneggiano a Benito, che indossano il fez, la camicia nera e gli stivali, che fanno il saluto romano, che cantano o fischiettano Faccetta Nera, che marciano e gridano “duce, duce, onore al duce” e slogan fascisti, senza incorrere nel reato di apologia?
Queste teste rasate che inneggiano a Benito, che indossano il fez, la camicia nera e gli stivali, che fanno il saluto romano, che cantano o fischiettano Faccetta Nera, che marciano e gridano “duce, duce, onore al duce” e slogan fascisti, senza incorrere nel reato di apologia?
Intanto
la “poveretta tutta tetta”, che aveva sfoggiato la t-shirt, è stata denunciata
dal Museo di Auschwitz e condannata anche da Casa Pound: “certe esternazioni "folkloristiche" ed irrispettose non
fanno che danneggiare un immagine da sempre falsamente vituperata a fini
politici, Noi dobbiamo essere diversi ed onorare la memoria del Duce in maniera
degna di quell’uomo, lasciando le mascherate ridicole a chi altro non sa fare “.
Dipendesse
da me, la lascerei rinchiusa per almeno una settimana, a pane e acqua, in una
delle tante gelide baracche di quel lager polacco, a riflettere sulla propria
inconsistenza umana.(Alfredo Laurano)
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