Sono
un po' come quelli del carosello Ignis del 1975.
Abbattere
le ville abusive dei Casamonica, per molti, è il classico teatrino, per il
popolo, la stampa e le TV, un’azione di facciata, una tipica arma di
distrazione di massa, che aiuta a mantenere o aumentare i consensi del governo.
E' un’operazione costosa e forse inutile (tanta polizia, ruspe e mezzi vari)
che poteva essere rimandata, per dare priorità alla pulizia, all buche, al miglioramento
dei servizi e ai tanti problemi di Roma capitale.
E
allora, evviva il benaltrismo, l'altro sport preferito dagli italiani, dai
tuttologi da social, dai detrattori di mestiere, dai sacerdoti del sofisma alla
riscossa e dai criticoni a prescindere: eccepire sempre, obiettare, pregiudicare,
ridire su tutto e tutti, stroncare e biasimare, pur di infangare, screditare,
squalificare, sputtanare chiunque, stellato, crociato o a pallini.
Che
inebriante soddisfazione!
Per
costoro, gli incontentabili di nobile lignaggio, studiati come fenomeno sociale
dall’antropologia, c'è sempre BEN ALTRO da fare, di più importante, di più
utile, di più urgente. Per cui, alla fine, non si fa niente.
Quelle
villette erano simbolo di illegalità e impunità e da decenni il Comune di Roma
le aveva, casualmente, dimenticate.
Ricordate
lo scandaloso funerale del boss Casamonica di tre anni fa?
Un'altra
incredibile manifestazione muscolare di prepotente strapotere malavitoso,
impunito e tollerato.
Queste
sono le ruspe che i cittadini apprezzano. (Alfredo Laurano)
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