Nove
anni fa, Asia Bibi, che tutto il mondo ormai conosce mediaticamente, era una
lavoratrice agricola a giornata, impegnata nella raccolta di bacche.
Il
suo caso nasce quando, il 14 giugno del 2009, scoppia un diverbio con altre
lavoratrici vicine, di religione musulmana. Le era stato chiesto di andare a
prendere dell'acqua, ma il gruppo di donne musulmane l'accusò, in quanto
cristiana, di aver toccato (infettato) l’acqua con la mano. Per questo la
denunciarono alle autorità, sostenendo che, durante la discussione, avrebbe
offeso Maometto.
Picchiata,
chiusa in uno stanzino, stuprata e infine arrestata pochi giorni dopo nel suo villaggio,
nonostante contro di lei non ci fosse nessuna prova. Condannata a morte nel
2010 per blasfemia da una corte del distretto pakistano, si è fatta otto anni
di carcere in attesa di essere impiccata.
Pochi
giorni fa, Asia - che ha sempre negato le accuse, replicando di essere
perseguitata e discriminata a causa del suo credo religioso - è stata assolta
dalla Corte suprema, che ha stabilito che la condanna era basata su una
confessione estorta da una folla che «minacciava di ucciderla» e che, quindi
non poteva essere considerata valida.
La
gioia per l'assoluzione e la liberazione è stata subito frenata, però, dall’odio
professato nei suoi confronti da parte degli estremisti integralisti sunniti
che ha portato, per tre giorni, nelle piazze del Pakistan decine di migliaia di
persone con le foto del volto della donna con un cappio e la scritta:
"impicchiamola".
Ad
oggi, sembra che Asia, madre di quattro figli, abbia lasciato il carcere e che sia
stata trasferita in un luogo sicuro, in attesa di essere accolta come rifugiata,
con la sua famiglia, in un paese europeo. Il suo avvocato è già all'estero e
anche i coraggiosi giudici che l'hanno assolta rischiano la vita.
I
suoi aguzzini, fanatici fondamentalisti, le hanno promesso morte e violenza
ovunque si nasconda.
Il
fanatismo religioso non solo mette a rischio la convivenza civile, ma anche l’esistenza
del genere umano, perché anestetizza la coscienza dei popoli. E’ da sempre una
piaga sociale che porta soltanto intolleranza, violenza e terrorismo, scatena
guerre e predica stermini in nome di chissà quale Dio.
(Alfredo Laurano)
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