Probabilmente il passaggio forzato dalla rispettabilissima quarta, attraverso
la quinta, fino alla poco sinfonica settima, l’ha aumentata a dismisura di
seno, ma l’ha fatta uscire di senno.
Mentre preparavo pasta e ceci, mi è capitato
di seguire per caso un momento di TV spazzatura, quella di madonna D’Urso, che
ospitava la solita, strabordante Francesca Cipriani.
Si pretendeva di parlare, per l’ennesima
volta, di chirurgia plastica e dei suoi limiti ed era in collegamento il noto
chirurgo plastico Lorenzetti, persona apparentemente seria e scrupolosa. Nello
studio di Milano, il gallinaio delle maggiorate - c’era pure l’altra gieffina,
sempre rifatta di settima misura, Cristina Del Basso - schiamazzava, lodando le
affascinanti virtù delle finte maggiorate artificiali. Scollature generose,
gambe accavallate, sorrisi, battutine, doppi sensi: normale stupidario
quotidiano.
La cosa più comica e deprimente, però, si è
verificata quando il chirurgo si è permesso di dire di esser contrario alle
misure extralarge, provando a far capire che l’eccessivo peso mammario, col
tempo, è destinato a creare vari problemi, soprattutto alla colonna, delle sue
felici, ma ignare portatrici.
L’oca Cipriani, ferita nell’orgoglio di bambola
formosa non pentita, colpita nel profondo della sua unica e appariscente dote,
gli ha quasi impedito di parlare, lo ha coperto con i suoi starnazzi solo per
dire - a bocca larga, tettone sull’attenti e scuotendo ripetutamente la sua
folta cotenna bionda - che lei sta benissimo, che non crede a quelle cose (per
non dire stronzate) e che non le casca proprio niente. E lo urlava, toccandosi
ripetutamente i respingenti.
Il massimo dell’idiozia elevato a barzelletta
televisiva.
Poveretta, una corazza di cerone, botulino e
silicone, che le impedisce di capire anche semplice senso di un ragionamento
piuttosto elementare.
Magari, prima o poi, la medicina inventerà
varie taglie di protesi al cervello.
Per lei basterebbe già una prima.
3 marzo 2016 (Alfredo Laurano)
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