Ci hanno sempre insegnato - e noi abbiamo
insegnato ai nostri figli - che lo sport non solo fa bene a livello fisico, ma
aiuta il bambino ad apprendere valori come l’amicizia, la lealtà, la
solidarietà, il lavoro di squadra e la capacità di crescere e maturare.
Chi pratica o frequenta uno sport impara
presto a gestire i rapporti con gli altri, ad avere rispetto nei confronti di
compagni ed avversari, a riconoscere lo spirito di squadra e di gruppo, perché
ogni disciplina sportiva favorisce l’integrazione sociale, al di là della
provenienza etnica. Lo sport parla un linguaggio universale che riesce ad unire
i giovani, superando differenze culturali, religiose, sociali.
Tutti principi, valori e belle parole che i civili tifosi del Psv Eindhoven hanno rinnegato ieri, in occasione della partita di Champions con l’Atletico Madrid.
La mattina, prima dell’incontro, seduti
comodamente al sole a bere birra in un bar di Madrid, hanno inventato un bel
giochetto passatempo nei confronti di alcune mendicanti della piazza.
Si sono sonoramente divertiti a lanciare
monetine, come fossero briciole tirate ai piccioni, urlando olè e facendo la
ola, ogni volta che le poverette, in cerca di elemosina, si chinavano per
raccogliere i pochi spiccioli da terra, venendo letteralmente umiliate e
sbeffeggiate.
Altri, le hanno costrette a fare flessioni in
cambio di qualche soldo e dato fuoco a banconote che le stesse cercavano di
prendere e salvare a mani nude.
In serata, giustamente, la loro squadra è
stata sconfitta ai rigori dall'Atletico ed eliminata dal torneo, ma loro, quei
barbari olandesi invece avevano già perso, molto prima la partita della civiltà,
mortificando e schernendo quegli emarginati.
Ennesimo e significativo esempio della nuova cultura, sempre più violenta
e razzista, espressa da certe frange dello pseudo-sport, che vivono di
stupidità, di pochezza intellettuale e disprezzo dell’altro, in antitesi a
tutto ciò che significa imparare, pensare e vivere sportivamente.
16 marzo 2016 (Alfredo Laurano)
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