Ma quanti popoli esistono in questo bel
Paese?
C’è il popolo sovrano, c’è quello dei santi,
poeti, artisti e navigatori, quello dei lavoratori, quello degli sfigati,
quello arcobaleno, quello delle libertà di Berlusconi, quello delle meraviglie
di Crozza e altri ancora.
Mancava solo il popolo della famiglia. Ma ora c’è.
Mario Adinolfi - romano di Testaccio, 45
anni, due figlie da due mogli diverse (la seconda, giovanissima, sposata a Las
Vegas un paio d’anni fa), direttore del quotidiano La Croce, pokerista
professionista e acceso tifoso della Juventus, nonché in passato, sostenitore
di Matteo Renzi - è ufficialmente candidato sindaco di Roma con questo nuovo
popolo che nasce direttamente dal Family Day del Circo Massimo.
“La famiglia è il prisma
attraverso il quale emergono tutti i bisogni della
società -ha detto il crociato,
rilanciando le parole di Giovanni Paolo II -
rispondendo ai suoi bisogni, si risponde ai bisogni della società. Roma è stato
teatro negli scorsi mesi di un degrado morale senza fine, dalle ruberie
paramafiose ai finti matrimoni omosessuali che un sindaco, per fortuna
cacciato, celebrava contro la legge e strumentalizzando gli stessi gay per
ottenere qualche foto sui giornali.”
Ecco arrivato un altro moralizzatore, un
altro severo fustigatore di costumi e perversioni che, come gli altri
candidati, si propone di salvare e ripulire Roma.
Aumenta
la mia incertezza e l’imbarazzo, chi devo scegliere: il protettore civile
Bertolaso, il bel tenebroso Marchini, la bella stella a cinque Raggi, il mite
Giachetti, il Fassina furioso o il crociato Adinolfi, sentinella in piedi, con
bandiera in mano di “Prima la famiglia”?
Dopo tutto, ognuno ha il suo bel popolo o il
popolino che si merita.
6 marzo 2016 (Alfredo Laurano)
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