Spesso pensiamo che il Cinema di storie sull'orrore della
Shoa ne abbia raccontate tante, o tutte, ma ogni volta veniamo smentiti.
Emozioni e sensazioni diverse, sempre potenti, sempre
coinvolgenti ci sorprendono perché, ogni volta, si apre una nuova porta di
quella tragedia e la si vive in modo diverso, seppur sempre scandito dai brividi
e dal terrore che lo spettatore prova insieme ai suoi protagonisti.
Questi film ci devono ricordare
tutti gli orrori passati, tutti i martiri che persone innocenti hanno sofferto,
per via di un'unica ma potentissima ideologia che si estese, insieme al terrore
e al sangue, in gran parte dell'Europa. Una pagina nera della Storia non va
insabbiata, non va dimenticata e soprattutto non va ripetuta.
Ecco perché “In Darkness”, mandato in onda l’altra sera da Raitre, è una pellicola densa di emozioni e di sentimenti che non tralascia di mostrare la vera natura umana, fatta di istinti primordiali, di cattiverie e meschinità, ma anche di coraggio, solidarietà e sentimenti nobili.
Ecco perché “In Darkness”, mandato in onda l’altra sera da Raitre, è una pellicola densa di emozioni e di sentimenti che non tralascia di mostrare la vera natura umana, fatta di istinti primordiali, di cattiverie e meschinità, ma anche di coraggio, solidarietà e sentimenti nobili.
Siamo in Polonia, a Leopoli, nell'apice della guerra e del
fervore anti-semita. Gli ebrei vengono catturati e deportati in vari campi di
sterminio dai nazisti.
In quel clima di caos e di paura, un gruppo di ebrei
trova rifugio nelle fogne e vengono
scoperti da Leopold Socha, un operaio ispettore di quelle condotte sotterranee.
Leopold è un uomo scaltro, che
sa arrangiarsi, e per arrotondare spesso e volentieri si dedica a piccoli
furti. Comprerà il proprio silenzio e il proprio aiuto in cambio di denaro.
Ma
quell’iniziale gesto di avidità lo coinvolgerà progressivamente e Leopold si
sentirà sempre più in dovere di aiutare
queste persone e di proteggerle, diventando cosi un eroe, un simbolo di
solidarietà e di resistenza. Nel tempo trascorso nel labirinto fognario, subirà
una trasformazione interiore, iniziando a provare simpatia e compassione, a
capire il dramma e il martirio di gente perseguitata e sterminata solo perché ebrea.
E tra le fogne è ambientata gran parte della azione del film.
Una sopravvivenza incredibile
di 14 mesi trascorsa al buio insieme a topi ed escrementi, lontano dalla luce
del sole e dall'aria fresca, obbligati ad uscire segretamente dai cunicoli nei
quali si nascondevano, solo per raccogliere l'acqua potabile, costretti a
dividersi le porzioni di cibo che gli procura Socha, rischiando di essere
scoperto.
In queste condizioni disumane, si intrecciano le storie degli sfortunati protagonisti, dei bimbi costretti a giocare con i topi e della donna che partorisce quasi nella melma.
Un grande, mosaico di emozioni e sensazioni, tra paura, disperazione, rabbia,
odio e diffidenza, ma anche di coraggio, speranza e di resistenza morale e
fisica, dove Socha diventa eroe indiscusso di quella gente, con le sue azioni
umanitarie e anche disinteressate - memorabile la scena in cui si carica la
bambina sulle spalle e la porta in superficie per pochi secondi a respirare
l'aria pulita -, col suo coraggio nello sfidare il regime e la polizia
militare, muovendosi quasi sempre nell'ombra e rischiando la sua stessa vita
per delle persone sconosciute.In queste condizioni disumane, si intrecciano le storie degli sfortunati protagonisti, dei bimbi costretti a giocare con i topi e della donna che partorisce quasi nella melma.
Girato in un ambiente praticamente al buio, In Darkness della polacca Holland è una pellicola
incisiva, struggente e fortemente drammatica, dove spiccano i pensieri e i
sentimenti più intimi dei personaggi: i loro volti, quegli sguardi e quei movimenti
limitati all'inteno delle fogne catturano e coinvolgono lo spettatore.
E’ difficile non farsi travolgere, non appassionarsi, non
percepire la suspense che caratterizza l'intera durata di un film, realizzato in
onore e nella memoria di persone normali che diventano per caso simboli eroici di solidarietà, nei momenti più tragici e cruciali della nostra Storia.
Leopold Socha, nominato Giusto fra le nazioni, morirà poco dopo, nel 1945, tentando di salvare sua figlia dall'essere investita da un mezzo militare russo fuori controllo.
1 febbraio 2016 (Alfredo
Laurano)
Leopold Socha, nominato Giusto fra le nazioni, morirà poco dopo, nel 1945, tentando di salvare sua figlia dall'essere investita da un mezzo militare russo fuori controllo.
Durante il suo funerale sui muri apparve una scritta:
"Questa è la punizione di Dio per aver aiutato gli ebrei".
E
il regista conclude il film scrivendo: "Come se avessimo bisogno di un Dio per punirci l'un l'altro”.
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