E’ stata la più amata, e forse ancora lo è,
da tutte le bambine, soprattutto occidentali, per una cinquantina d’anni. Dal
1959, è la bambola della Mattel più venduta al mondo.
Tutte le nostre figlie ne hanno avute
tante, con abiti, casette ed accessori e ci hanno giocato per anni.
Si stima
che esistono oltre centomila collezionisti di Barbie. Il 90% sono donne quarantenni, che acquistano una ventina di nuove Barbie ogni anno.
La prima Barbie fece la sua apparizione nei
negozi nel 1959, vestita con un costume zebrato, e i capelli neri legati con
una lunga coda. Costruita in Giappone, nel primo anno furono venduti 350.000
suoi esemplari.
Fu anche il primo giocattolo ad avere una
strategia di mercato basata massicciamente sulla pubblicità televisiva: oltre
un miliardo di Barbie sono state vendute in oltre 150 nazioni.
Barbie ha avuto belle case - io stesso ne
costruii una molto grande e ben arredata - cucine, parrucchiere, automobili
decappottabili rosa, camper e molti animali, come compagni di gioco: gatti,
cani, cavalli, un panda e persino una zebra. Per molti anni il suo fidanzato è
stato l’atletico Ken, col quale, però, non si è mai sposata e dopo 43 anni di
fidanzamento, avrebbero deciso di separarsi.
Secondo la biografia scritta in questi
lunghi anni dalla Mattel, Barbie è stata single per un periodo, finché nel
febbraio 2006, la coppia è tornata insieme.
Nel 2003, l'Arabia Saudita ha messo fuori
legge la vendita delle bambole Barbie, trovandole non conformi ai principi
dell'Islam e affermando che:
"le
bambole ebree Barbie, con i loro abiti succinti e le loro pose peccaminose,
sono il simbolo della decadenza del perverso occidente”.
Oggi, interpretando i tempi e cavalcando
l’attualità, la bionda, alta, slanciata e anche in versione “curvy”, la bambola
più famosa al mondo indossa il velo islamico: tutti i nuovi modelli della
Barbie saranno vestiti anche con hijab e abaya, al posto di gonne e vestiti.
L’idea è di Haneefah Adam, 24 enne nigeriana, studentessa universitaria amante
del mondo della moda che ha creato a fine gennaio un account Instagram,
precisando, però, non vuole far passare il velo come un accessorio modaiolo, ma
come un simbolo culturale e religioso che deve essere capito e affrontato sin
dall’infanzia.
Proprio, guarda caso, come gli stilisti
Dolce & Gabbana che hanno da poco annunciato una collezione creata
appositamente per le donne che indossano quegli stessi veli.
C’è da chiedersi, e prima?
Barbie era atea, cattolica,
protestante, agnostica o solo ricca e disinvolta interprete dello stile
di vita americano che ha influenzato le bambine di ieri e quelli di oggi?
Grazie al marketing, alla fitta propaganda,
agli studi e alle ricerche motivazionali, la Barbie - prototipo di bellezza
americana - è diventata un mito, un modello da imitare, l’espressione di un
certo mondo, dove incarna il successo della donna glamour, appagata e
realizzata: il ruolo di casalinga ai fornelli, in fabbrica alla catena di
montaggio o nella Moschea a pregare cinque volte al giorno non fa proprio per
lei.
9 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)
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