Certo,
annunciare proprio al Family Day di essere in dolce attesa, senza essere
sposata, è un po’ comico, oltre che paradossale, pur apprezzando la spontaneità
della dichiarazione in quel largo e ambiguo spiazzo, dove striscia un po’ d’
istituzionale ipocrisia. Ma la Meloni - ben lontana dai miei pensieri - è
femmina ruspante e passionale.
In quel luogo e in quel giorno si
celebrava soprattutto la famiglia cattolica tradizionale e timorata di Dio.
Giusto dunque sottolinearlo, criticare tale scelta inopportuna e ricordare a
tutti che la vita delle persone non è sempre un videogioco, ma si nutre spesso
di contraddizioni.
Giorgia
Meloni, però, è diventata immediatamente il bersaglio di commenti ingiuriosi e
zeppi di volgarità. Insulti sessisti, maschilisti, beceri e volgari. Dubbi e
insinuazioni sulla paternità, sulla possibilità che abbia fatto ricorso alla
fecondazione assistita, sul fatto che come la madre degli imbecilli sia sempre
incinta.
Tutto,
secondo un meccanismo mediatico, automatico e ben collaudato, come vuole
l’universale bar Internet e i suoi derivati social, aperto non stop a ogni tipo
di avventore.
Un
panorama davvero desolante, sempre, sia che colpisca a destra che a sinistra,
tanto per semplificare.
Il
Web scatena commenti e semplificazioni banali di anonimi utenti che sfogano
livore politico e limiti culturali sfruttando una gravidanza, una affermazione,
un difetto fisico o un qualsiasi altro pretesto. E le donne, da sempre, come
appunto nei bar e nelle caserme della maldicenza e della diffamazione sono
oggetto di battute feroci e pesantissime allusioni. Qualcuno ricorda l’infinito
rosario di calunnie, invenzioni e malignità recitato ad ogni quotidiana
liturgia nei confronti della Boldrini?
Sono i vili professionisti dell’invettiva, che ignorano i fatti e le
persone, non distinguono, non argomentano, ma giudicano e, a comando, sputano
sentenze. Per protagonismo, per puro narcisismo, per
emergere con l’insulto di circostanza dalla mediocrità e dall’oblio
esistenziale.
Chi
attacca in nome di una presunta libertà di espressione, quasi mai sa davvero di
cosa parla o lo fa per sentito dire. “Lo
fa per il gusto di tirare un sasso insieme agli altri – dice Concita De
Gregorio - il branco si muove così. Non
c'entrano destra e sinistra, uomini e donne, gay o etero. C'entra la logica del
branco. La violenza e l'ignoranza, sorelle gemelle.”
Ma
il fatto che la sorella d’Italia sia di destra, in un certo senso, sdogana quel
sessismo, lo attenua e lo rende più accettabile, anche a sinistra dove, per
definizione e convinzione, dovrebbe essere sicuramente bandito.
Ma non tutti se
ne vergognano.
Fatta
salva l’ironia - tipo, “auguri e figli trans della Luxuria” o come si chiamerà
il figlio di Giambruno - insulti e doppi sensi da osteria contro le donne sono
comunque espressione di sessismo e discriminazione, da qualsiasi parte
provengano.
Anche quando lo si pensi solo e
non si scriva, trattasi pur sempre di squadrismo e di purghe digitali.
2 febbraio 2015 (Alfredo Laurano)
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