Molto bella la fiction che la Rai ha dedicato a Luisa
Spagnoli, forse la prima grande imprenditrice italiana e straordinaria
protagonista dell’Italia di cento anni fa.
Una donna di umili origini, ma di non comune intelligenza e
sensibilità, capace di fondare dal nulla due aziende simbolo dell’Italia nel
mondo: la prima nel campo dell’industria alimentare-dolciaria, la Perugina - in
società con Buitoni - la seconda, la celebre casa di moda che ancora oggi porta
il suo nome e per la quale è più conosciuta.
Da un piccolo confettificio di provincia, alla nota fabbrica
di cioccolato di Perugia.
Fu lei che, con felice intuito manageriale, inventò la
tavoletta Luisa, il sempre attuale e celebre Bacio, con annesso cartiglio
d’amore, le dolci banane, la rossa caramella Rossana: prodotti classici
Perugina, capaci di resistere al passaggio del tempo e delle mode.
Figlia di un pescivendolo, fu anche persona di forte
personalità, determinazione e modernità che seppe imporsi in un’epoca in cui le
donne non avevano molta voce in capitolo, non studiavano e contavano assai
poco, soprattutto nel mondo degli affari.
Nella sua azienda, soprattutto in
tempo di guerra - priva di uomini, mandati al fronte - assunse molte operaie a
cui riservò una nursery per tenere i bambini e per poterli allattare.
Dopo l’industria dolciaria, la geniale imprenditrice si dedicò
all’allevamento di conigli d’angora.
Sempre grazie al suo intuito, e quasi casualmente, acquisisce
un’importante tecnica quando capisce che basta pettinare il lungo e morbido
pelo di questi animali per ottenerlo senza dover ricorrere alla tosatura,
all’uccisione o altri metodi selvaggi.
Questa singolare scoperta le fa fondare nel 1928 la Angora
Spagnoli specializzata nella produzione di scialli e capi in maglieria. I
conigli d’angora erano allevati nella sua stessa villa, dove sperimenta la
tessitura della lana, per ottenere una versione pregiata.
All’età di 57 anni, muore prematuramente a causa di un tumore
alla gola.
I negozi Luisa Spagnoli, aperti poi dal figlio Mario, sono
ancora oggi conosciuti e apprezzati in tutto il mondo e il suo marchio è
garanzia di qualità.
La storia di quella figura umana e professionale, che scalò il
successo nel mondo del lavoro ed emancipò la condizione di donna umile e
popolare, valeva la pena di essere raccontata al grande pubblico.
Fedele nella fiction la
ricostruzione storica dell'epoca, i primi anni del Novecento, le ambientazioni,
i luoghi e i costumi, anch'essi ben realizzati.
Bravissima la protagonista
Luisa Ranieri e tutti gli altri personaggi, verosimili, spontanei e adeguati
nella parte. Emozionante la narrazione, nel difficile equilibrio tra dolcezze
del palato e le sofferenze dell’anima.
3 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)
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