Invece di pensare ai vitalizi e ai privilegi
della Casta, all'insostenibile peso fiscale, alla disoccupazione quotidiana che
il suo Jobs Act non ha frenato, alla finta ripresa economica, alla corruzione
che dilaga, alle bugie che spara e alle promesse che non mantiene, il Bullo di
governo, insuperabile e geneticamente modificato figlio illegittimo di Silvio,
minaccia, ancora una volta, di toccare le pensioni di reversibilità.
L'ennesimo attentato a un pezzo di stato
sociale e alle esigenze delle famiglie.
Visto che, grazie alla brillante politica
economica del governo suo e dei precedenti, questo paese è sopravvissuto alla
crisi largamente grazie agli aiuti delle nonne ai figli e ai nipoti. E visto
che le pensioni di reversibilità sono solo un parziale compenso al lavoro
familiare non pagato che le donne, lavoratrici o no, svolgono da sempre, meglio
abolirle, o limitarle, o condizionarle a calcoli, condizioni e codici di
povertà e ricchezza.
Così
pensa l'illuminato premier di Rignano, che continua a superare la sagacia
politica del suo ispiratore.
Ma dove l'hanno trovato 'sto genio della
logica, 'sto ciarlatano dell'equità sociale, 'sto paladino dei padroni e delle
banche che ha già scippato l'art. 18 ai lavoratori e che impone e ci sequestra
pure la gabella del canone sulla bolletta elettrica, per vederlo e sentirlo
cazzeggiare tutti i giorni sulla pubblica piazza della TV?
Se lo fa - condivido il pensiero di Ida
Dominijanni del Manifesto - gli scoppia la rivoluzione.
Pagliaccio!
17
febbraio 2016 (Alfredo Laurano)
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