Non solo quello di Venezia, di Fano (il più antico, 1347), di
Viareggio, di Cento, di Putignano. Oltre ai Carnevali più importanti e storici
della nostra penisola, c’è anche quello romano.
Le origini di questa festività risalgono ai tempi dell’antica
Roma, dove veniva celebrato il rito dei Saturnali, in onore del Dio Saturno,
per chiedere prosperità all’inizio del nuovo anno e si salutava l’inverno per
dare il via alla primavera. Durante questi festeggiamenti religiosi, caratterizzati
da divertimenti pubblici, riti orgiastici e sacrifici, si tenevano anche balli
in maschera e venivano allestiti dei grandi banchetti con ogni genere di cibo e
bevande.
A partire dal X secolo si svolsero festeggiamenti
carnascialeschi sul monte Testaccio, con l'intento di richiamare l'antica festività
romana.
Una delle prime celebrazioni del Carnevale Romano, però, si fa
risalire al 1466 quando Papa Paolo II fece portare il Carnevale a via Lata,
l’attuale via del Corso, con un carro simboleggiante l’Antica Roma.
Corse di cavalli, di uomini e di donne, sfilate in maschera, tornei
e giostre, lanci di monete e distribuzioni di cibo: una girandola di
festeggiamenti che coinvolge tutta la popolazione e richiama turisti e curiosi
da mezzo mondo.
I luoghi del carnevale sono soprattutto Piazza Navona, Piazza
del Popolo e via del Corso. Goethe, che partecipa al Carnevale del 1788, così
scrive: "Il Carnevale a Roma non è
una festa data al popolo, ma una festa che il popolo dà a se stesso.
Il governo non fa né preparativi, né spese. Non illuminazioni, non fuochi artificiali, non processioni splendide, ma un semplice segnale che autorizza ciascuno ad essere pazzo e stravagante quanto gli pare e piace, ed annunzia che, salvo le bastonate, e le coltellate, tutto è permesso".
Il governo non fa né preparativi, né spese. Non illuminazioni, non fuochi artificiali, non processioni splendide, ma un semplice segnale che autorizza ciascuno ad essere pazzo e stravagante quanto gli pare e piace, ed annunzia che, salvo le bastonate, e le coltellate, tutto è permesso".
A carnevale, infatti, sono permesse libertà impensabili in
altri periodi dell'anno, e quindi succede di tutto: ogni anno, costa la vita a
molte persone, “per malattie prese o per
travestimenti imprudenti, o per infiammazioni, o per stravizi" (L. de
Santis, 1882).
Grande appuntamento della capitale, quindi, con il rinato Carnevale
Romano, giunto quest'anno all'VIII edizione. L’attesissimo evento, dal titolo
"Il futuro di una festa antica", vedrà scendere nelle strade sbandieratori,
musici, butteri, dame e cavalieri e, come da tradizione, culminerà con la
sfilata equestre e con quella dei carri allegorici.
La manifestazione, in città a
partire da oggi e fino al 9 febbraio, vedrà alternarsi mostre, convegni, lectio
magistralis, concerti e spettacoli sulle piazze, un fitto calendario di eventi
presentato in vari spazi della città.
Sabato, piazza Navona sarà animata da sbandieratori, musici, tamburini,
butteri, dame e cavalieri e, come da tradizione, culminerà con la sfilata
equestre e con quella dei carri allegorici: l’evento più prestigioso
dell’antico carnevale, con le rappresentanze buttere del Lazio, ma anche i
corpi militari che hanno dato lustro alla storia della cavalleria italiana,
come la fanfara a cavallo dei Lancieri di Montebello e della la polizia di
stato.
Seguirà l’animazione di piazza, con l’esibizione dei gruppi di
rievocazione storica dedicata all’antica Roma, così come avveniva nei cortei
rinascimentali.
Al termine, verranno distribuite
gratuitamente le fontane falistranti e si accenderà la Girandola di Castel
Sant’Angelo, famosa rievocazione storica del fuoco d'artificio, ideato da
Michelangelo e perfezionato dal Bernini, a rievocare la Festa dei Moccoletti,
che tradizionalmente celebrava la chiusura del Carnevale, la sera del martedì
grasso.
3 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)
L'ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso,
c'è la "festa dei moccoletti". Ognuno esce da casa in maschera e con
un moccolo (un lumino, una fiaccola o anche una lanterna), e un fiume di luci
inonda le strade, in particolare il Corso.
Funziona così: bisogna spegnere il moccoletto a una persona di
sesso opposto, conservando acceso il proprio; chi ha il moccoletto spento deve
togliersi la maschera.
E tra la folla, protetta dalle
maschere, accade di tutto: scherzi crudeli, furti, accoltellamenti, tradimenti
coniugali.
Nessun commento:
Posta un commento