Fiducia dopo fiducia - una cinquantina in due anni - anche stavolta
è passata: il Senato ha approvato il maxiemendamento interamente sostitutivo
del testo del ddl sulle Unioni civili, senza la stepchild adoption e l’obbligo
di fedeltà.
Il Genio Fiorentino ha detto che “ha vinto l’amore”, ma Verdini,
di fatto, è nella maggioranza. Forse ha vinto più lui, insieme ad Alfano.
E’ innegabile che si tratti di un momento storico che l'Italia
aspettava da anni, dai Dico ai Pacs, più volte naufragati tra un governo e l’altro.
Ma, in pochi giorni, però, dalla libertà di coscienza, invocata dai cattodem, si
è passati all’ennesimo abuso del voto di fiducia.
E’ singolare e un po’ paradossale: si vota per approvare una
legge per i diritti, togliendo i diritti costituzionali alle opposizioni e al
normale dibattito parlamentare, sacrificando, cioè, il diritto di discuterne.
Al di là degli omofobi e delle posizioni più intransigenti di
talebani come Sacconi e Formigoni e delle sue "checche isteriche", va osservato che fino a due giorni fa Renzi
e il PD, e il tentato ricorso al Canguro - non consentito perché non si era
riscontrato alcun tentativo di ostruzione - giuravano che mai avrebbero
accettato lo stralcio delle adozioni (“no
allo stralcio della stepchild adoption - aveva detto Renzi - nasce come
proposta della Leopolda e l’abbiamo appoggiata sin da allora” (29.12)."
E così la Cirinnà, Scalfarotto e tutti gli altri.
Allora, “una vittoria con buco
nel cuore”, ha detto la madrina Cirinnà, meglio che niente.
Sono in ballo i diritti civili delle persone, è vero, ma come
afferma Alfano, è secondo natura che due uomini abbiano un figlio? È secondo
natura che una donna metta sul proprio ventre la targhetta del prezzo? Anche la
politica ha un limite: la natura.
Il rischio della "maternità surrogata, con l’utero in
affitto", sulla quale la maggioranza degli italiani, compreso il
sottoscritto, sono contrari va evitato e scongiurato.
Quelle pratiche rendono una donna oggetto di mercimonio:
pensare che si possa comprare o vendere, considerando la maternità o la
paternità un diritto da soddisfare pagando, sembra inconcepibile. In Italia è
vietato, ma altrove è consentito: rilanciare questa sfida culturale è una
battaglia politica che non solo le donne hanno il dovere di fare.
La senatrice PD Anna Finocchiaro ha depositato una mozione per
la messa al bando "universale" dell'utero in affitto, in nome della
dignità della persona umana e dei diritti del bambino".
Anche perché è un assurdo etico e logico.
E' una forma di sfruttamento della donna "povera" da
parte di donne "ricche", senza parlare dei problemi psicologici che
può avere il bambino nato in questo modo.
Moltissimi si chiedono: “ma perché una donna che fa generare
un figlio ad un'altra donna, a pagamento, "crede" che questo figlio
sia un suo vero figlio naturale e se invece adotta un bambino sfortunato, che
sta in un orfanotrofio, non lo sente "suo"?
Le situazioni sono uguali: in ambedue i casi una donna o una
coppia prende un bambino partorito da un'altra.
Quali sono i meccanismi culturali, psicologici, etici, che
inducono una donna ad accettare una gravidanza non sua, come fosse sua, pagando
cifre enormi per "comprare" un bambino, mentre migliaia di bambini
"già nati" non aspettano altro che di essere adottati per non
soffrire da soli!
La maternità non è un diritto. E’ una scelta della natura.
L’unica cosa certa è che sono i diritti di tutti i bambini che
vanno salvaguardati.
E non concessi, scambiati, comprati o ceduti alla fiera della
genetica o nei supermercati.
26 febbraio 2016 (Alfredo Laurano)
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