Mentre il presidente della
Repubblica Mattarella va a Firenze in treno e poi in bus - scelta apprezzabile,
anche se dal sapore di bello spot populista, quasi quanto lo sketch di Crozza
sull’autostop per la Germania - il presidente del Consiglio Mr. Arrogance, per
la stessa vicina destinazione, prende l'elicottero di Stato.
Quando era in campagna
elettorale, si faceva fotografare mentre andava fischiettando in bicicletta,
con le mollette ai pantaloni. Ora, se potesse, lo userebbe anche per andare al
bar o al campetto dei Boy Scout.
Più che utili e
divertenti, i voli di Stato sono status symbol, come le auto blu, i picchetti
dell’esercito, gli ossequi militari, sempre a carico dei contribuenti, che appagano
il narcisismo del potere: lo faceva abitualmente il suo predecessore
Berlusconi, i vari presidenti e governatori di Regione.
Va comunque detto che viaggiare
in treno o su voli di linea per le alte cariche dello Stato è solo fumo agli
occhi dei cittadini, perché l'inevitabile apparato di sicurezza resta in essere
e garantito e ha un certo costo, oltre a creare disagi ai comuni cittadini che
i mezzi pubblici li prendono abitualmente. Sempre molto meno, però, di un volo
di un elicottero che, tra manutenzione e carburante, costa all'ora diverse
migliaia di euro. Così, a proposito di promesse di risparmio.
Per la cronaca, ieri, durante il breve viaggio di Mr. Arrogance, c’è stato un atterraggio d’emergenza su un campetto di calcio, per cause
tecniche o, forse, per maltempo.
2 marzo 2013 (Alfredo
Laurano)
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