A pochi giorni dall’ultima
uccisione di un giovane nero e dei tanti altri recenti episodi di violenza della
polizia nei confronti di afroamericani e
a cinquant'anni dalla famosa marcia di Selma in Alabama, guidata da Martin
Luther King, in cui diverse centinaia di manifestanti, che si battevano per il
diritto di voto ai neri, furono violentemente attaccati dalla polizia con manganelli
e lacrimogeni, l'America si è fermata per ricordare.
Barack Obama, nel discorso
pronunciato davanti al ponte Pettus, sul quale, il 7 marzo 1965 vennero
aggrediti i manifestanti, ha voluto ricordare quanto ancora ci sia da fare in
America per superare le ingiustizie e le divisioni razziali e affermare in
pieno i diritti civili per tutti i cittadini.
“La storia razziale della
nazione getta su di noi la sua lunga ombra. Sappiamo che la marcia non è ancora
conclusa, la corsa non è ancora vinta. Ma il cambiamento dipende da noi, dalle
nostre azioni, da quello che insegniamo ai nostri figli.”
Tutto
questo vale anche per le donne, i cui diritti non possono contare solo un
giorno all’anno, cioè l’8 marzo, che spesso si riduce o si trasforma in una
specie di carnevale del sessismo benevolo, come afferma Daniela Ranieri.
Ogni anno, quasi a
comando, truppe di scalmanate si riversano nelle pizzerie per darsi alla
trasgressione, quale avvilente parodia di quella maschile, e schiere di
rispettabili signore fanno qualcosa di “stravagante” e straordinario (a Roma si
dice: ‘na botta de vita”), che negli altri giorni dell’anno non possono permettersi: pensarsi
libere, sovvertendo, ipocritamente, tutte le regole quotidiane, a patto
che - come tradizione vuole - il giorno dopo si riaffermi lo status quo.
Per poi tornare, come ricorda la Costamagna, nella loro riserva
indiana, in cui ancora vivono, per violenza, carriera, abusi e discriminazione.
Per
molti uomini, oggi è la festa "alle donne". Cioè, un pretesto per
rimorchiare, cogliendo la maggiore disponibilità e approfittando delle più
aperte difese femminili, date, in alcuni casi, proprio dalla circostanza
festaiola.
Resta,
comunque la festa, la celebrazione della donna che, al di là degli aspetti più
volgari e commerciali che ci fanno schifo, riveste un significato simbolico
maggiore.
E' un'occasione in più per
ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche
le continue violenze e discriminazioni di cui sono ancora oggetto in molte
parti del mondo, nonostante il ruolo irrinunciabile e l’importanza della loro
presenza nella società, ancora, prepotentemente, tardo-maschilista.
Per questo,
auguri alla persona Donna.
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