sabato 28 marzo 2015

DISASTRO GERMANWINGS

Secondo gli esperti, il copilota ha provocato volontariamente lo schianto!
Perché mai qualcuno che decide di suicidarsi dovrebbe uccidere, volontariamente, centocinquanta persone innocenti? 
E lo fa con premeditazione o perché preso, all'improvviso, da un raptus di smarrimento della coscienza, fra delirio di onnipotenza e nichilismo esistenziale?
Lo fa per pura follia, per incomprensibile esaltazione sensoriale, per perversa consapevolezza di gloria postuma, perché il suo nome venga ricordato negli archivi della Storia del Volo, per misantropia congenita, per esaltazione mistica o per represso odio e avversione verso la società e contro il genere umano?
O perché precipitare per otto chilometri e schiantarsi in mezzo alla rocce è una fine eclatante e spettacolare? Da vero circo mediatico: ne parla e si addolora tutto il mondo.
Ammazzarsi col gas, con una pistolettata o lanciandosi dal quinto piano non fa più notizia e nessuno se ne accorge.
Un pilota di aerei viene controllato spesso sotto il profilo medico-sanitario, sottoposto ciclicamente a test psico-attitudinali che ne verificano l'affidabilità, la capacità, la socialità e l'assenza di affezioni patologiche, sia fisiche che psichiche. Sintomi, anche lievi, anche latenti, di sindromi suicidarie, maniaco-depressive o paranoia è difficile che vengano ignorati o che passino inosservati. E allora?
Sono certo che siamo in molti a porci queste domande che, forse, non avranno mai risposta…
26 marzo 2015    (Alfredo Laurano)                           
                                              

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