lunedì 9 marzo 2015

FUOCHI FINTI, GLI UFO DI CARONIA

Veggenti, chiromanti, maghi, astrologi, sibille, guaritori, cerchi nel grano, apparizioni, fuochi improvvisi…
Una vetrina sfolgorante e inesauribile dell’imbroglio e della ciarlataneria.
Al di là delle credenze popolari, delle dicerie, delle suggestioni, dell’ignoranza, dei riti e dei misteri affascinanti, non erano incendi procurati da campi magnetici o dà esperimenti militari o da ufo e alieni vari, o dal diavolo cattivo: dietro i roghi di Caronia c’erano delle persone.
Da inguaribile scettico, ovviamente, non ne avevo mai dubitato.
A scoprirlo, i carabinieri che hanno arrestato un giovane di 26 anni e notificato al padre un avviso di garanzia, con l’accusa di avere appiccato, almeno negli ultimi anni, buona parte degli incendi nel comune di Caronia, la cui origine era ritenuta dagli abitanti della zona misteriosa e incomprensibile. Il padre, indagato, è presidente di una associazione, nata proprio per chiedere aiuti alle istituzioni, da destinare ai cittadini danneggiati da quei fuochi.
I sospetti degli investigatori sono stati confermati dalla registrazione di alcune telecamere.
I roghi si sviluppavano quasi sempre nella stessa palazzina, in località Canneto, lungo il mare. Prendevano fuoco dal nulla piccoli elettrodomestici, frigoriferi, materassi o mobili, con testimoni pronti a giurare che erano stati improvvisamente avvolti dalle fiamme, senza poterne capire il perché. Secondo molti, erano causate da fenomeni sovrannaturali.
Questi fatti, apparentemente, prodigiosi, avevano attirato l’attenzione di tanti, delle cronache e dei media. Da piccola notizia locale, i fatti di Caronia divennero di interesse nazionale, soprattutto, quando alcuni giornali e trasmissioni televisive (Striscia, Voyager) iniziarono a occuparsene, già nel 2004, contribuendo a creare un certo allarmismo e pubblicizzando la vicenda con enfasi eccessiva.

Anche il CICAP, che promuove indagini scientifiche e critiche sul paranormale e sulle pseudoscienze, se ne occupò, realizzando diversi resoconti, nei quali venivano smontate scientificamente tutte le ipotesi più fantasiose sulle cause dei roghi.
Fra le tante, c’era anche quella che li attribuiva alla presenza di una formazione di magma sotterraneo, carico di elettricità, che avrebbe scatenato, per induzione, pericolose correnti indesiderate negli impianti elettrici della frazione messinese.
Nonostante fosse evidente la natura umana degli incendi, come indicato anche dalla procura di Mistretta che archiviò una prima volta il caso nel 2008, parlando di “fiamme libere” e di “mano umana”, dall’inizio dei fatti nessuno dei tantissimi esperti intervenuti - docenti universitari, un numero imprecisato di ricercatori, studiosi e specialisti di  Ministero, dell’Esercito, della Protezione Civile (che ha organizzato imponenti ricognizioni per aria, terra e mare) e, perfino, un esorcista - ha saputo trovare una spiegazione convincente.

Nel 2007, e negli anni a venire, il panorama si fece ancor più confuso e variegato: si affacciarono i sostenitori delle ipotesi ufo-complottistico-militari, con in testa il presidente del Centro Ufologico nazionale.
Indagini, misure, esperimenti e rilevamenti, per scoprire cosa? Una finta autocombustione.
Gli anomali fenomeni, avvenuti in vari tempi, fra riprese e interruzioni, avevano indotto il sindaco di Caronia a emettere ordinanze di sgombero di alcune abitazioni.
I presunti responsabili, padre e figlio, insistendo sulla calamità che incombeva sul paese, puntavano a ottenere indennizzi da parte della Regione siciliana: più si creava il caos, più se ne ottenevano.
Si lamentavano gravi disagi derivanti dalla situazione, con vibranti manifestazioni di protesta, per esercitare una forte pressione mediatica verso le autorità, allo scopo di far dichiarare lo stato di emergenza. Occorrevano adeguate misure finanziarie per fronteggiare la maledizione: contributi di assistenza economica, risarcimento danni e nuove case per chi era costretto ad abbandonare la propria.
Questi erano i veri spiriti maligni di Caronia.
Ma, se quel padre e quel figlio erano i responsabili, tutti gli altri abitanti del paese che spergiuravano che il frullatore avesse preso fuoco sotto i loro occhi, erano complici, erano in malafede o era un caso di isteria di massa?
Resta pertanto, almeno in parte, l’intrigante mistero. 
Arrivederci alle prossime puntate.
6 marzo 2015          (Alfredo Laurano)


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