Veggenti, chiromanti, maghi, astrologi, sibille, guaritori,
cerchi nel grano, apparizioni, fuochi improvvisi…
Una vetrina sfolgorante e
inesauribile dell’imbroglio e della ciarlataneria.
Al di là delle credenze popolari, delle dicerie, delle suggestioni,
dell’ignoranza, dei riti e dei misteri affascinanti, non erano incendi
procurati da campi magnetici o dà esperimenti militari o da ufo e alieni vari,
o dal diavolo cattivo: dietro i roghi di Caronia c’erano delle persone.
Da inguaribile scettico, ovviamente, non ne avevo mai
dubitato.
A scoprirlo, i carabinieri che hanno arrestato un giovane di
26 anni e notificato al padre un avviso di garanzia, con l’accusa di avere
appiccato, almeno negli ultimi anni, buona parte degli incendi nel comune di
Caronia, la cui origine era ritenuta dagli abitanti della zona misteriosa e
incomprensibile. Il padre, indagato, è presidente di una associazione, nata
proprio per chiedere aiuti alle istituzioni, da destinare ai cittadini
danneggiati da quei fuochi.
I sospetti degli investigatori sono stati confermati dalla
registrazione di alcune telecamere.
I roghi si sviluppavano quasi sempre nella stessa palazzina,
in località Canneto, lungo il mare. Prendevano fuoco dal nulla piccoli
elettrodomestici, frigoriferi, materassi o mobili, con testimoni pronti a
giurare che erano stati improvvisamente avvolti dalle fiamme, senza poterne
capire il perché. Secondo molti, erano causate da fenomeni sovrannaturali.
Questi fatti, apparentemente, prodigiosi, avevano attirato
l’attenzione di tanti, delle cronache e dei media. Da piccola notizia locale, i
fatti di Caronia divennero di interesse nazionale, soprattutto, quando alcuni
giornali e trasmissioni televisive (Striscia, Voyager) iniziarono a occuparsene,
già nel 2004, contribuendo a creare un certo allarmismo e pubblicizzando la vicenda
con enfasi eccessiva.
Fra le tante, c’era anche quella che li attribuiva alla
presenza di una formazione di magma sotterraneo, carico di elettricità, che
avrebbe scatenato, per induzione, pericolose correnti indesiderate negli
impianti elettrici della frazione messinese.
Nonostante fosse evidente la natura umana degli incendi, come
indicato anche dalla procura di Mistretta che archiviò una prima volta il caso
nel 2008, parlando di “fiamme libere” e di “mano umana”, dall’inizio dei fatti
nessuno dei tantissimi esperti intervenuti - docenti universitari, un numero
imprecisato di ricercatori, studiosi e specialisti di Ministero, dell’Esercito, della Protezione
Civile (che ha organizzato imponenti ricognizioni per aria, terra e mare) e,
perfino, un esorcista - ha saputo trovare una spiegazione convincente.
Nel 2007, e negli anni a venire, il panorama si fece ancor più
confuso e variegato: si affacciarono i sostenitori delle ipotesi
ufo-complottistico-militari, con in testa il presidente del Centro Ufologico
nazionale.
Indagini, misure, esperimenti e rilevamenti, per scoprire
cosa? Una finta autocombustione.
Gli anomali fenomeni, avvenuti in vari tempi, fra riprese e
interruzioni, avevano indotto il sindaco di Caronia a emettere ordinanze di
sgombero di alcune abitazioni.
I presunti responsabili, padre e figlio, insistendo sulla
calamità che incombeva sul paese, puntavano a ottenere indennizzi da parte
della Regione siciliana: più si creava il caos, più se ne ottenevano.
Si lamentavano gravi disagi derivanti dalla situazione, con
vibranti manifestazioni di protesta, per esercitare una forte pressione
mediatica verso le autorità, allo scopo di far dichiarare lo stato di emergenza.
Occorrevano adeguate misure finanziarie per fronteggiare la maledizione: contributi
di assistenza economica, risarcimento danni e nuove case per chi era costretto
ad abbandonare la propria.
Questi erano i veri spiriti maligni di Caronia.
Ma, se quel padre e quel figlio erano i responsabili, tutti
gli altri abitanti del paese che spergiuravano che il frullatore avesse preso
fuoco sotto i loro occhi, erano complici, erano in malafede o era un caso di
isteria di massa?
Resta pertanto, almeno in parte,
l’intrigante mistero.
Arrivederci alle prossime puntate.
6 marzo 2015 (Alfredo Laurano)
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