Una qualificata e recente ricerca ha concluso
che un certo uso dello smartphone cambia la figura e il mestiere di genitore.
Messaggi, e-mail, applicazioni, post e navigazione on line spesso lo
distraggono dal ruolo e mettono il figlio in continua competizione con quello
strumento antagonista, per avere più considerazione e la giusta attenzione.
Oggi la vita pubblica si intreccia facilmente
con quella privata e con i progetti formativi. La comunicazione sociale, con
quella familiare.
Sappiamo bene, ormai, che le nuove tecnologie
hanno influenzato e modificato profondamente gli stili di vita, di lavoro, di
socializzazione e di apprendimento, ponendo nuove sfide alle famiglie, alle
scuole e in ogni settore. Genitori e insegnanti si trovano infatti ad educare generazioni
di bambini in modo assai diverso e, sicuramente, meno naturale e spontaneo
rispetto al passato: bisogna sempre fare i conti con telefoni che squillano,
con i bip di tastiere, i tablet ed i PC.
Pare, quindi, che molti genitori -
soprattutto se nativi digitali - prestino più attenzione ai telefonini, sempre
più appendici imprescindibili, che ai propri figli, anche quando sono a casa, a
letto, durante i pasti e nell’organizzazione familiare. L’uso, o l’abuso delle
nuove forme di connessione, di partecipazione e informazione non stop, possono
influenzare negativamente la relazione genitore-figlio.
Un bambino, soprattutto piccolo, pretende di
giocare, di essere seguito, vuole essere ascoltato. Almeno fino a quando – e
accadrà assai presto – avrà il suo personal telefonino.
Ma quella madre o quel padre rispondono a
un’email urgente o stanno leggendo qualcosa di importante o stanno organizzando
un appuntamento di lavoro o una vacanza! Certamente sì.
In
verità, stanno comunicando a quel bambino che è meno importante di quello che
fanno con il loro smartphone.
17
marzo 2015 (Alfredo Laurano)
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