Seguaci e servi di Berlusconi e, naturalmente
i giornali della casa - specializzati in fango - rivitalizzati dalla sentenza
della Cassazione, riemergono dall’anonimato, in cui erano da tempo relegati,
per sputare veleno represso e attaccare ferocemente i “giudici comunisti” e la
Boccassini: “andrebbe punita, riducendole metà stipendio”. “Cacciatatela via, a
18 anni, aveva un fidanzato sovversivo!”.
Blaterano di spese, di rimborsi, di PM che
avrebbero rovinato l’Italia.
“Non si fanno processi inutili, non si
spendono soldi in intercettazioni...
Le indagini vanno
"quantificate", dice qualcuno.
Cosa significa, che se dovesse " costare
troppo" si smette di perseguire un delinquente?
La giustizia costa troppo? Allora aboliamola.
Che faccia tosta! Che faccia da culo sfranto!
E chi ripaga gli italiani delle figure di
merda che per anni ci ha fatto fare in tutto il mondo con le sue pagliacciate
da erotomane confesso e compulsivo e da fallito buffone circense, sempre
oggetto di ricatto da ogni tipo di chiappe e di vagina?
Anche nel Burkina Faso, dove avevano appena
smesso, hanno ricominciato a ridere.
Le Orgettine sono sempre a libro paga, il
Bunga Bunga può ricominciare, anche se la CEI l'ha "scomunicato".
L’assurdo è che non si vergognano neanche
n’anticchia della truffa volgare e impunita, del bluff permanente, palese e
subito, durato incredibilmente ben 17 anni, che ha sottratto la dignità a un
intero Paese e ai suoi cittadini.
Una nazione-azienda nelle mani di un satiro
mandrillo che raccontava barzellette, invece di governare.
Una democrazia tirata come elastico, a
seconda della propria convenienza, fra tangenti, corruzioni, odor di mafia e
mille imputazioni (Previti, Dell'Utri, giudici e avvocati vari).
E un esercito di lacchè, di giullari di corte
e alleati indecenti comprati alla fiera delle poltrone, esperti e opinionisti
del nulla, mezze figure ambigue e improbabili, di lenoni e sensali, tante oche
giulive e starnazzanti e mignotte varie, ignare o vittime consapevoli della
continua mercificazione del corpo femminile.
E che dire dell'immaginario sessuale di
alcuni maschi italiani, che in lui si sono sempre identificati ed esaltati, che
l'hanno a lungo invidiato e tanto apprezzato?
Si, i suoi democratici fan - come quel
fascista che l’altro giorno ha insultato Santoro e il suo inviato - sempre
moderati, misurati, equilibrati, plagiati, perfettini che rifuggono violenze ed
estremismi e credono a tutte le dogmatiche cazzate del loro sacro vate.
Ma ‘sta banda di saltimbanchi, di usurpatori
della ragione e paladini dell’inganno, quando chiederanno scusa agli italiani e
spariranno?
In qualsiasi altro Paese del mondo, il
fenomeno B. non avrebbe trovato spazio – se non altro per il mai risolto
conflitto di interessi - e il soggetto sarebbe in galera da tempo o confinato
nell'esilio d'Arcore, per farsi i cazzi suoi (letteralmente) e non dei
cittadini.
Senza se, senza ma e senza altri perché: così
sarebbe stato per legge, dappertutto. Meno che nell' Italia dei quaquaraquà.
Qui, ancora vegeta e raccoglie i consensi di
qualche disperato profano, che non conosce vergogna. Ancora gli permettono di
decidere sulle riforme costituzionali. Ancora è leggenda e ancora sprechiamo il
nostro tempo a parlarne.
Qui, ancora lo difendono, lo giustificano e
lo santificano, anche se è un evasore, un corruttore, una controfigura di
statista, circondato da servi sciocchi, zoccole e badanti, che non sta in
galera per l'età e per aver ottenuto tante assoluzioni, cambiando i termini di
prescrizione e leggi ad personam, e grazie ai suoi potenti avvocati.
Ma ancora non vi fa schifo?
Toglietevi
definitivamente dalle palle, non voglio più sentire ‘ste cazzate.
15
marzo 2013 (Alfredo Laurano)
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