Come
quando festeggiavo una vittoria elettorale o davo l’addio a Berlinguer a S.
Giovanni. Come quasi sempre, c’ero. In tante manifestazioni, per i diritti, per
la pace, contro la guerra, l’imperialismo, gli abusi e la violenza. Se non
fisicamente, ma con il cuore e con la mente.
C’ero
per inseguire un sogno e una speranza, un’idea di giustizia e fratellanza. Tra
mille bandiere e Bella Ciao, tra lacrime e passioni e calore popolare.
Ogni
volta, un bagno di entusiasmo nel pathos della piazza o del corteo. Un tuffo
festoso e seducente nel mare pulito di un possibile mondo migliore.
Con
quel sogno e con quella speranza sono invecchiato.
Attraversando
anche delusioni e disinganni che spesso hanno sopraffatto vittorie e
soddisfazioni, ma non hanno spento la voglia, la fede, le attese e forse
l’utopia.
E’ per tutto questo che, ancora
oggi, con Landini, io c’ero, perché non si può mai smettere di credere.
28 marzo 2015
(Alfredo Laurano)
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