VIVERE ON LINE 27 agosto 2011
La societa'
moderna, sempre più informatizzata e ipertecnologica, ci ha fornito una serie
di nuove possibilità che, nel bene o nel male, hanno profondamente cambiato la
nostra esistenza e sconvolto le nostre più radicate abitudini, il nostro modo
di comunicare e di porci in relazione con gli altri.
Vincendo, molto presto e piuttosto facilmente, anche ogni residua forma di resistenza, o di iniziale avversione al mezzo telematico, e gli atteggiamenti un po’ snobistici e di sufficienza, soprattutto nelle persone non più giovanissime (tra le quali mi colloco, purtroppo, di diritto e a pieno titolo anagrafico), appartenenti a precedenti generazioni e devote da sempre alla stilografica scrittura e all’odore della carta e dell’inchiostro.
Vincendo, molto presto e piuttosto facilmente, anche ogni residua forma di resistenza, o di iniziale avversione al mezzo telematico, e gli atteggiamenti un po’ snobistici e di sufficienza, soprattutto nelle persone non più giovanissime (tra le quali mi colloco, purtroppo, di diritto e a pieno titolo anagrafico), appartenenti a precedenti generazioni e devote da sempre alla stilografica scrittura e all’odore della carta e dell’inchiostro.
Nessun altro fenomeno storico,
culturale o di costume, nessuna grande invenzione o scoperta scientifica,
nessuna conquista sociale - prima d’oggi - aveva spazzato via così rapidamente qualunque
posizione scettica e misoneista.
Nemmeno l’invenzione
della stampa (che pure aveva tolto ai pochi possessori di libri, scritti
a mano da copisti e amanuensi, l’esclusivo privilegio del sapere e della
conoscenza, mettendolo a disposizione di tutti), o la rivoluzione
industriale (fabbriche, macchine, vapore, salario che trasformarono
profondamente il sistema economico-produttivo e
quello sociale) o l’avvento di radio,
televisione e telefonini (suoni, voci, immagini in diretta e la nascita
dei mass media e del villaggio globale) hanno prodotto una così larga e celere
penetrazione, con diffusione capillare su scala mondiale.
Come invece è stato per Internet, la Rete e per la magica scatola del computer, utilizzata per ogni necessità quotidiana. Tutto, subito, e in un click!
Come invece è stato per Internet, la Rete e per la magica scatola del computer, utilizzata per ogni necessità quotidiana. Tutto, subito, e in un click!
Anche perché ormai l’analfabetismo informatico (computer illiteracy)
è, e lo è stato da quasi subito, una delle prime e più importanti cause di selezione
ed esclusione culturale e lavorativa,
nonché di naturale e automatica emarginazione
dal gruppo di appartenenza o dalle comunità di giovani navigatori multimediali,
uniformati nello stile, nel costume e nel linguaggio, perché cresciuti a pane,
mouse e tecnologia. Esattamente come, non molto tempo fa, lo era il non saper
leggere, scrivere e far di conto. La conoscenza informatica, pertanto, è sempre più “conditio sine qua non” nel mondo
del lavoro, dello studio, della ricerca e nell’ambito privato.
Sono mutati, si diceva, i tempi e le
modalità della comunicazione e dell’informazione di tipo tradizionale. Nell’era
del Web, la trasmissione e l’acquisizione di dati, files e contenuti
multimediali avviene ad altissima velocità e le notizie circolano in tempo
reale, senza interruzione. Una vera e costante inondazione comunicazionale.
La Rete, in quest’ottica, non è solo
un canale privilegiato attraverso cui
scambiare velocemente messaggi, lettere
e pensieri, ma offre a chiunque un infinito
spazio, fisico e virtuale allo stesso tempo, in cui liberamente entrare, dire, confrontarsi
ed operare a vari livelli e direzioni. Ognuno può essere o diventare editore di se stesso e raggiungere un pubblico
potenzialmente illimitato.
Siamo quindi di fronte a un nuovo
modello di vita e culturale che ha modificato per sempre la percezione
della realtà, la visione del sapere e
i limiti della conoscenza. Dove
il sistema telematico che connette in un’unica, immensa rete milioni e milioni
di computer e di persone nel mondo appare – come a Dante appariva Beatrice -
una sorta di miracolo tecnologico: “...par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol
mostrare che…‘ntender non la può chi non la prova” (La vita nova, Dante).
A tal punto che spesso il virtuale si sostituisce al reale,
svolgendo, a volte e in parte, anche un ruolo aggiuntivo, ma non secondario,
già proprio un tempo della psicoanalisi e del confessore: quello di naturale antistress.
Il forte impegno sul desktop determina un’azione spontanea di riduzione
dell’ansia, di rilassamento e di sublimazione di pulsioni e tensioni. Una sorta di gigantesca terapia omeopatica di gruppo estesa a tutti e in tutto il globo, nella
pubblica, fittizia piazza del Web.
Resta il fatto che, in pochissimi
anni, blog, chat e social network hanno invaso e condizionato la nostra vita
anche in tal senso e sono diventati strumenti di uso comune e quotidiano,
creando anche, talvolta, pericolose dipendenze,
anomalie e nuove perversioni.
Nonché fenomeni
di alterazione, aberrazione e distorsione nella percezione oggettiva dei valori
e delle cose. Come ogni abuso provoca e
produce.
Comunque, grazie
a internet, e a un suo corretto uso, giornali, guide, enciclopedie e vocabolari
si leggono e si consultano on line. Viaggi,
aerei, navi, treni, alberghi e ristoranti si
prenotano on line. Testi, articoli, musica, foto, film e video si scaricano on line e si archiviano
nelle ipercapienti memorie del pc o delle micro chiavette usb, a tanti giga. E si inviano, sempre in tempo reale, via e-mail e
senza francobollo.
Facciamo
studi e ricerche con Google e Wikipedia, sfogliamo milioni di pagine e siti che
rispondono ad ogni domanda, dubbio o curiosità. Anche in campo medico (col
rischio delle cure fai da te), legale, scientifico, professionale, tecnico,
assicurativo o sindacale. Troviamo prontuari, informazioni, consigli e
consulenze, gratuitamente e senza orario di chiusura.
Operiamo on
line sui nostri conti bancari da casa, dall’ufficio, in auto o dappertutto: consultiamo
l’estratto conto, anche di notte, disponiamo pagamenti, ricariche, utenze,
bonifici, transazioni finanziarie e trading on line.
Per comprare
e vendere case, automobili, moto, mobili, quadri, abiti, scarpe, oggetti
preziosi, articoli hi-fi, per la casa e per
l’infanzia andiamo su E-bay. All’ipermercato elettronico del nuovo o
dell’usato, si sfoglia il catalogo o l’annuncio, si confrontano prezzi e
qualità, si riempie il carrello virtuale con un click e si paga con carte di
credito virtuali o con Pay Pal. Ma il denaro elettronico (e-cash) è poi reale e
lascia sempre il nostro conto.
Videotelefoniamo
ovunque con Skipe e la webcam guardandoci negli occhi, anche se i movimenti non
sono fluidi e un poco a scatti. Organizziamo e ci incontriamo in videoconferenze,
seguiamo dirette e collegamenti in streaming, televisione on line.
E’ chiaro
che tutto questo, da una parte, ci semplifica la
vita; ci fa
risparmiare tempo, spazio, soldi, energia, emissioni nocive e altre
risorse ambientali; dall’altra però minaccia l’occupazione
e mette sempre più in crisi interi
comparti di lavoro, come editoria e carta stampata, attività produttive,
commerciali e d’intermediazione. Anche i libri già oggi son diventati digitali:
si leggono o si ascoltano sul pc e si chiamano E-Book. Addio
lettere, inchiostro e cartoline!
Incuranti di
ciò, accendiamo il PC e ci raccontiamo senza alcuna
vergogna. Spariamo commenti, giudizi
e sentenze su tutto e di più da veri esperti in tuttologia, bluffiamo e millantiamo meriti e qualità che non
abbiamo. Pubblichiamo post, link, clip e cazzate varie – spesso e volentieri con
attentati alla grammatica e vilipendio alla sintassi - e sfoghiamo sulla tastiera tutto ciò che abbiamo
dentro. Chattiamo a ruota libera, con scarsa o nessuna attenzione ai contenuti, alla forma,
al buongusto e al comune senso del pudore
intellettuale. Niente limiti o autocensure. Scambiamo
pensieri, sentimenti, riflessioni e
preferenze. Confessiamo vizi, passioni e
desideri; esprimiamo momenti di gioia, stati
d’ ansia, di rabbia e di paura.
Osiamo infantili e
patetici tentativi di corteggiamento in chat, anche in età più che matura. O tentiamo ridicoli approcci sessuali – protetti
dall’anonimato della pagina digitale e da un accattivante profilo
all’uopo preparato - con linguaggio disinibito ed essenziale; tutto abbreviato
in stile sms o telegramma, per sembrare più “fast” e risparmiare qualche
inutile vocale.
Quando poi
tutto ciò non sfocia nel patologico e nell’illegalità.
Truffe,
frodi, inganni commerciali, lusinghe pubblicitarie, richiami erotici e trappole
pedofile - a danno soprattutto di soggetti fragili, giovani, inesperti e
sprovveduti - sono sempre in agguato e minacciano
la nostra identità e i nostri patrimoni, con gravi risvolti e
conseguenze sotto il profilo personale, sociale e psicopedagogico.
Nell’affollatissimo mondo del Web ci sara' sempre qualcuno
pronto ad ascoltare, ricevere e replicare; ad offrire facili o miracolose soluzioni a qualsiasi
problema. Ad approfittare delle debolezze, a
sfruttare ogni grammo di fiducia e buona
fede.
Questo è uno
degli aspetti più negativi di Internet da cui è
necessario difendersi con normale buon senso, opportuna diffidenza e
attenta vigilanza. Perché chiunque può immettere in
rete ciò che vuole e trasformare la piazza in un immenso e infido souk,
dove distinguere il vero dal falso, il buono dal cattivo, l’affare dalla
“sola” non è facile, per nessuno. Soprattutto per gli ingenui e i creduloni che
si abbandonano al fascino di maghi, sirenette e incantatori e cedono impotenti al
plagio di ciarlatani, guaritori e vannemarchi. Violentando le ragioni
della logica e la propria intelligenza.
Ma ci sarà
anche, tuttavia, un numeroso gruppo di amici reali o virtuali con cui socializzare, incontrarsi senza uscire da casa, condividere
pensieri ed emozioni.
Partecipare
per non sentirsi soli, per dare e avere
aiuto in caso di bisogno.
Per tutti
c’è un ruolo, un posto riservato e sempre disponibile, anche se si parla e si
scrive a un display e non a una persona.
Perché l’unico aspetto umano che conta veramente nel rapporto, non è la concretezza fisica dell’ interlocutore che non ci sta davanti, ma ciò che crede, che pensa, che vuole. Conta cioè quello che ciascuno di noi è ed esprime nel senso più profondo della sua essenza individuale.
Perché l’unico aspetto umano che conta veramente nel rapporto, non è la concretezza fisica dell’ interlocutore che non ci sta davanti, ma ciò che crede, che pensa, che vuole. Conta cioè quello che ciascuno di noi è ed esprime nel senso più profondo della sua essenza individuale.
Ognuno può
dire la sua, fare liberi comizi su una cassetta virtuale e arringare le folle in
stile Hyde Park. Può sviluppare dibattiti nei forum e nei giornali, creare
opinione, fondare movimenti, raccogliere firme, consensi ed adesioni. O promuovere azioni collettive, organizzare
manifestazioni e proteste popolari, rivolte politiche e sociali. Come già da
tempo accade in tante parti del mondo, per rovesciare regimi autoritari e
dittatori, affermare pace, democrazia e libertà e per difendere o conquistare
diritti. Anche la rivoluzione francese, o quella
d’ottobre, oggi nascerebbe su Internet!
Al di là
degli aspetti negativi, degli usi illeciti possibili e della crescente
pervasività nella sfera individuale, Internet, oltre ad essere ormai
indispensabile alla struttura economica dell’Occidente, è senza dubbio un grande mezzo di aggregazione, di emancipazione e indipendenza.
Per la prima volta nella storia, l’informazione
e le idee sfuggono a qualsiasi controllo del potere.
Un vero strumento di libertà, difficile, se non
impossibile, da sopprimere perché qualsiasi minaccia di chiusura o tentativo di restrizione o di censura verrebbe
immediatamente denunciato al mondo tramite la stessa rete, ad autoprotezione
del sistema.
Qui la sua vera forza e la sua portata storica che a molti ancora sfugge.
Qui la sua vera forza e la sua portata storica che a molti ancora sfugge.
In ultima
analisi, volenti o nolenti, Internet è il nostro
tempo, il nuovo luogo di incontro di tutte le menti libere del mondo e
dell’umanità.
Anche se a
volte, lo confesso, mi piace accarezzare la mia Montblanc J.S.Bach, dal magico
e largo pennino, ricordo assai prezioso di amici, di lavoro, di una vita.
Di un’era passata da pochissimo, ma già lontana nel tempo. Quella prima del Web.
27 agosto 2011 Alfredolaurano
Nessun commento:
Posta un commento