Come tutti ormai sanno il 20% della popolazione mondiale possiede
l'80% della ricchezza e consuma l'80% delle risorse mondiali. E inquina
altrettanto.
E' logico ed evidente che, applicando la teoria dei vasi
comunicanti alla storia dei popoli (ne
accennava Scalfari qualche settimana fa ad Anno Zero), prima o poi si sarebbe
verificata una forte migrazione dai paesi poveri a quelli ricchi per
riequilibrare la situazione e per raggiungere un po' di quell'80% di benessere
che in pochi condividono.
Se i governi occidentali - che detengono il massimo dei privilegi
e determinano i flussi di mercato e della produzione della ricchezza -
continueranno ad ignorare la forza e l'ineluttabilità dei fenomeno migratorio,
dell'integrazione razziale, dei conflitti nord-sud del mondo, della miseria,
delle malattie endemiche e delle rivolte per il pane e libertà (come già ho
scritto a proposito di Liberismo e Pensiero Unico), quello che accade
oggi, e già da qualche tempo, sarà solo un piccolissimo anticipo di ciò che
avverrà in un futuro assai prossimo: un esodo
totale globale, una migrazione perenne e incontenibile, una sorta di invasione
di popoli che cambieranno i connotati, il costume e gli equilibri etnici
e politico-sociali dei paesi ricchi.
Pensare di bloccare tale epocale fenomeno è solo un'illusione. Un'utopia
che possono coltivare leghisti e razzisti di ogni specie, che credono, da
squallidi, miopi e ottusi provincialotti, di poter difendere e preservare lo
"stato" padano, o la propria identità locale e nazionale,
dall'assalto di migranti affamati, erigendo improbabili dighe di cartone,
costruite sull'odio razziale e sull'intransigenza.
Lampedusa docet! E a
proposito di sbarchi, va osservato come sia stata ignobilmente gestita
l’emergenza dal nostro fac-simile di governo.
Dopo aver gridato e sbandierato per giorni e settimane i numeri (50.000-300.000) dei possibili e imminenti arrivi, non si è intervenuti in alcun modo. Si sono abbandonati in condizioni da lager, disumane, di sovraffollamento, di rischio igienico-sanitario i tanti disperati magrebini (in effetti circa 6.000) che sono riusciti via via a raggiungere l'isola della speranza, rischiando la vita e, in molti casi, perdendola.
Dopo aver gridato e sbandierato per giorni e settimane i numeri (50.000-300.000) dei possibili e imminenti arrivi, non si è intervenuti in alcun modo. Si sono abbandonati in condizioni da lager, disumane, di sovraffollamento, di rischio igienico-sanitario i tanti disperati magrebini (in effetti circa 6.000) che sono riusciti via via a raggiungere l'isola della speranza, rischiando la vita e, in molti casi, perdendola.
Quando
la situazione è poi giunta al limite dell'esplosione - anche quella degli
isolani più umani e volenterosi - si è finalmente, in qualche modo, affrontato
il problema con un colpo di teatro: navi, spostamenti, tendopoli e
distribuzione sul territorio (solo il centro-meridione per volere padano) e,
soprattutto con dichiarazioni buffonesche e promesse da ciarlatano
barzellettiere.
Un'altra, ennesima farsa demagogica e populista di stampo berlusconiano che, ovviamente, sarebbe potuta andare in scena molto prima. Ma non ci sarebbe stato il “consenso”, il plauso mediatico che si è strumentalmente cercato per aver salvato l’isola,”mettendoci la faccia”.
Da vomito, dialoghi e copione: l’acquisto della casa su internet, il campo da golf, il casinò! Anch’io lampedusiano come prima aquilano, come prima operaio…
Un'altra, ennesima farsa demagogica e populista di stampo berlusconiano che, ovviamente, sarebbe potuta andare in scena molto prima. Ma non ci sarebbe stato il “consenso”, il plauso mediatico che si è strumentalmente cercato per aver salvato l’isola,”mettendoci la faccia”.
Da vomito, dialoghi e copione: l’acquisto della casa su internet, il campo da golf, il casinò! Anch’io lampedusiano come prima aquilano, come prima operaio…
Ma
questo è soltanto un capitolo, un episodio grottesco e tragicomico, del grande
romanzo dei popoli. Il senso e la
sostanza della questione emigrazione è di ben altra portata e bisogna
comprenderne appieno il significato se si vuole trovare una giusta e totale
soluzione.
Solo attrezzandosi con idonei strumenti - quali una efficace
politica dell'accoglienza, una giusta divisione del lavoro, una diversa
concezione della cittadinanza e dei permessi di soggiorno, un consapevole
riconoscimento della diversità e delle altre culture - si può tentare di
arginare e contenere umanamente la marea.
Se l'opulento occidente avesse gradualmente dirottato e
distribuito una parte della sua ricchezza ed esportato la cultura del lavoro e
dei mezzi di produzione nei paesi del terzo mondo, avrebbe contribuito a
creare condizioni di vita più umane e forse evitato l'insostenibile e
vergognoso squilibrio che provoca oggi il grande tsunami sociale.
Di cui, peraltro, ancora sfugge a molti la portata.
Di cui, peraltro, ancora sfugge a molti la portata.
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