RICATTI IN MAGLIA BLU 31.12.2010
Dopo il ricatto Fiat-Chrysler
di Detroit con il quale Mister Magliablu – per salvare la fabbrica con i
finanziamenti di Obama - ha costretto gli operai americani a rinunciare a molta
parte dei propri diritti, ad accettare 14,65 dollari di paga oraria per i più
giovani, ad aumentarsi spontaneamente l’orario di lavoro per poter mangiare un pasto portato da casa
(non c’è mensa), a pagarsi in proprio i contributi pensionistici e l’assicurazione
sanitaria, a pulire anche la fabbrica dopo il lavoro, a condividere ed applaudire
le parole d’ordine dello stesso Marchionne: impegno, obiettivo, fiducia; ad esser contenti, rassegnati e senza tutela sindacale - il
sindacato è azionista della Chrysler – anche a Mirafiori e a Pomigliano si è
consumato un analogo accordo salvataggio. Stessa logica, stesse strategie,
stesse imposizioni. Anche qui, limitazioni del diritto e della rappresentanza
sindacale, riduzione dell’orario di pausa, del diritto allo sciopero, della
malattia, accettazione di turni di lavoro pesantissimi con sabato e straordinario
obbligatorio, se necessario, esasperazione del concetto di produttività.
Anni ed anni di lotte,
di sangue e di conquiste di civiltà in tema di lavoro e di diritti acquisiti, cancellati
ed evaporati sull’altare di una nuova logica liberista e autoritaria, con il
beneplacito di un sindacato complice (meno la Fiom) e di una classe politica
indifferente, anche di sinistra, lontana
e incoerente. Incapace di risposte, di azioni e di programmi, nascosta sotto l’alibi della
crisi economica mondiale.
Ma c’è sempre il
referendum che chiederà ai lavoratori di votare perché si accetti di non votare
più. L’ossimoro del vile ricatto che presto investirà, inesorabilmente, tutto
il mondo del lavoro.
31.12.2010 AlfredoLaurano
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