Un rito macabro e banale che ogni
anno si ripete e si rinnova per ricordare, “urbi et orbi”, usi e costumi fortemente
radicati nella stupidità umana.
Nel primo caso, c’è poco da fare:
la forza suadente e suggestiva della
magia bilancia e nutre quella delle illusioni che accompagnano l’uomo nella sua
immensa fragilità.
Il fascino della speranza, la voglia
di miracolo, tra fatture, scongiuri e malocchio.
Nel Dialogo
di un Venditore di Almanacchi, il Passeggere (Leopardi) chiede:
“Credete che sarà felice
quest’anno nuovo?” Venditore: “Oh illustrissimo si, certo”.
Passeggere: “Come quest’anno passato? Venditore: “più, più assai”.
Ma invitato a dire se sia mai
stato felice nel passato, il venditore nega di esserlo mai stato e ammette che in
nessun caso accetterebbe di rivivere la vita trascorsa, con tutti i piaceri e i
dispiaceri provati.
Quindi, è solo l’attesa di un
futuro migliore che ci fa vivere volentieri la nostra vita, che alimenta sogni
e desideri, che vince paure e debolezze, che coltiva chimere e tentazioni (come
nel Sabato del Villaggio).
E’ su questo che si basa la ricca
industria dei segni zodiacali, delle divinazioni da periferia di sciamani
analfabeti, delle previsioni fondate su astri, ascendenti, pendolini, carte,
macchie e sfere di cristallo, vendute a basso costo da maghi, sibille, e
ciarlatani, nell’incredibile fiera dell’incanto, della facile lusinga e
dell’inganno.
Quest’arte surreale dell’assurdo, anziché
essere analizzata e contrapposta al dubbio della ragione e del buon senso- attraverso
le necessarie indagini sui cosiddetti
fenomeni paranormali - viene
pubblicamente esibita come scienza, enfatizzata
e colpevolmente amplificata da libretti,
riviste, giornaletti e oscene pubblicazioni, nonché da radio e televisioni locali e nazionali che la propongono
a iosa in autentici programmi spazzatura.
Conduttori servili, deferenti e ruffiani che cercano di confondere, zittire e denigrare gli scettici e i fautori delle risorse della
razionalità (v. Cicap). Pronti invece ad esaltare e magnificare ospiti ambigui
e fasulli personaggi da riserva sub-culturale;
o sedicenti medium, d’ogni razza e continente, che parlano con angeli e defunti
e propinano, senza vergogna, improbabili teorie; o pagliacci e attrazioni da
circo d’altri tempi. Le cui previsioni puntualmente falliscono, come sempre e
come ogni anno, ma che, ahimè, troppo presto vengono dimenticate.
Nulla è cambiato dall’era di
aruspici e indovini e delle invincibili forze dell’occulto.
Presagi
e prodigi, amuleti e talismani ancora condizionano la vita di milioni di
persone!!
./.
L’altro rito, tanto caro ai
tifosi del petardo (scoppio, dunque sono…. un imbecille!), conta in parte sulla
stessa filosofia: del Venditore di Almanacchi e, più in generale, sulla già detta voglia
di fortuna, di speranza e di futuro, a dispetto di tutto - pure della crisi
più nera - che attrae, come calamita con il ferro, i fedelissimi seguaci di
Sirio, di Branco, del divino Otelma, del
Mago d’Arcella e di cazzari vari contaballe, cui fanno copiose donazioni per
farsi dire che son belli, sani e molto amati; e che, prima o poi, vinceranno
addirittura un lavoro da precario, la lotteria, o il grattaevinci.
Tutte le mattine, magari, questi
illuminati cittadini non fanno un passo prima di aver letto l’oroscopo del
giorno ma, quando si tratta di far gli
eroi a Capodanno nella guerra dei fuochi dai balconi, non sentono nessuno, non
consultano gli astri, non chiedono agli esperti se perderanno un occhio, un dito, un braccio o anche la vita. Quello
che conta è cacciare l’anno vecchio
(gli sparano! Anche se muore da solo, secondo il calendario) e accogliere con palese ipocrisia quello nuovo,
nell’infantile, eterno gioco del circolo vizioso.
Oltre a buttare soldi nella assurda gara del rumore – che per tanti al mondo
significa guerra vera, morte, terrore, mutilazioni e paura delle bombe e dei
fucili – non pensano nemmeno a quanto
male facciano agli animali che si spaventano, tremano, fuggono impazziti, perdono
l’orientamento, muoiono di crepacuore.
Ben venga l’ordinanza che a
Milano, Venezia, Bari, Palermo e in tanti altri Comuni vieta l’uso di sparare
botti, razzi, “spread” e tric trac a tutti i “rambo” di quartiere. Chi
vuole togliersi lo sfizio, può andare in Siria, a Gaza o in Afghanistan….
E’
giusto difendere e proteggere gli animali. Tutti, compreso quello umano, dalla sua stessa “fragorosa” imbecillità.
30 dicembre 2011
AlfredoLaurano
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