domenica 8 luglio 2012


NON TUTTI QUALUNQUISTI                   31 dicembre 2010                      

Caro Giulio, leggo le tue parole come fossero mie, con l'unica eccezione di non condividere il calderone in cui cuoci tutta la classe politica senza alcun distinguo. E sai perché? 
Perché non siamo condannati al "necessario, disperato qualunquismo" come tu dici: il qualunquismo non è un'imposizione o una sentenza, ma una scelta/rifugio - spesso indotta e suggerita surrettiziamente dal Potere -di comodo pilatismo che non richiede impegno, prese di posizione e di responsabilità, ad ogni livello.
Dal voto elettorale  al proprio stile di vita; dal rispetto ambientale ai comportamenti personali; dalle scelte morali e di fondo a quelle di tutti i giorni;   dalla difesa dei principi e dei diritti di tutti al contenimento dello spreco quotidiano di cibo, acqua ed energia; dal diritto al lavoro e allo studio, a quello d'espressione e così via.
L'indolenza qualunquistica porta inevitabilmente all'indifferenza non solo politica, ma umana e sociale.  Si trasforma facilmente in odio razziale,  in sopraffazione e lotta ad ogni forma di diversità: politica, religiosa, sessuale e perfino sportiva! Tutto per proteggere i propri privilegi, le proprie sicurezze, la propria minacciata incolumità, in stampo gattopardiano.
 Non dimentichiamo che l'uomo nasce egoista per autoprotezione genetica (“homo homini lupus", di hobbesiana memoria). Soltanto la cultura lo evolve da questo stato biologico.
Per quanto riguardo l'articolo di Campetti sul Manifesto, mi hai bruciato sul tempo!  Stavo per mandarlo io a tutti voi dopo averlo letto sul giornale che, fin dalla sua prima uscita (aprile 1971) ha accompagnato le mie posizioni politiche, scevre da ogni forma di qualunquismo perchè, come si diceva una volta in uno slogan indovinato e di successo, "sempre dalla parte del torto". Pur nella miseria economica e senza finanziamenti, ancor oggi più che mai. Come certo saprai, i titoli del Manifesto sono da sempre i migliori, i più azzeccati e ironici di tutta la stampa italiana.
Per tutto questo non posso accettare di accomunare i nomi che hai fatto, prescindendo dai singoli percorsi, dalla storia, dalle lotte, dai giudizi e dalla fedeltà ai principi fondamentali di alcuni di loro e di  alcuni di noi, da sempre coerenti e schierati da una sola parte, fedeli ad una sola bandiera.
     Non siamo tutti Razzi o Scilipoti...
31.12.2010                                                                                    AlfredoLaurano         
�                                                                         

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