Che siano proprio le donne a dargli la spallata
finale? Sarebbe la più giusta e anche la più logica e naturale applicazione
della legge del contrappasso, nell’anticipo di Inferno, sulla terra, del
libidinoso presidente.
Pur sempre donne, come quelle che ha sempre ignorato
come persone (..più bella che intelligente), ma semplicemente usato, in affitto
o in comodato, e poi adeguatamente ricompensato con denaro, gioielli, case,
cariche politiche, seggi e candidature, cinema e TV. Una pletora di donne, in
un cast di livello internazionale e interrazziale, da compagnia, da funzione
decorativa; come quadri, arredi, lusso ed eleganza, nelle sue ville, nei suoi
salotti, nelle sue location pubbliche e private. La bellezza e l’avvenenza,
nonché la giovinezza (carne fresca, per dirla alla Zanicchi) per rivitalizzare
l’uomo stanco e vecchio che si spende per il Paese e per il bene comune
per quasi tutto il giorno. Strumenti animati di piacere, di gioco, di
divertimento, di giusto rilassamento.
Ma qualcosa è cambiato. Le altre non ci stanno, non
vogliono esser comprate, prestate o noleggiate, o accompagnate da Fede e Lele
Mora. Non vogliono borse ed abiti firmati, non stanno in fila a quel cancello
per fare bunga-bunga nell’Arcore bordello. Stanno al lavoro, in fabbrica o al
negozio, a studio e negli uffici, nelle scuole, nei mercati e nelle strade. E,
oggi, in piazza e in tante piazze unite!!
Il regime sta crollando nonostante le ultime trovate.
Tutti in scena al Del Verme,per salvare la faccia, il posto e la
poltrona. Torna in campo pure il grasso consigliori, a fianco ai soliti
scudieri, mezze figure e squallidi lacchè. Con la sua nuova, brillante
strategia delle mutande, appese a un filo come gli stessi figuranti.
E’ il vecchio circo dei numeri abusati, con clown
devoti e le mutande in faccia, in un teatro dal nome indovinato ma che, al
plurale renderebbe meglio.
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