Filosofia del rifiuto
Preferire sempre di no. Non rispondere a
inchieste, rifiutare interviste, non firmare manifesti, perché tutto viene
utilizzato contro di te, in una società che è chiaramente contro la libertà
dell’individuo e favorisce però il malgoverno, la malavita, la mafia, la
camorra, la partitocrazia, che ostacola la ricerca scientifica, la cultura, una
sana vita universitaria, dominata dalla Burocrazia, dalla polizia, dalla
ricerca della menzogna, dalla tribù, dagli stregoni della tribù, dagli
arruffoni, dai meridionali scalatori, dai settentrionali discesisti, dai
centrali centripeti, dalla Chiesa, dai servi, dai miserabili, dagli avidi di
potere a qualsiasi livello, dai convertiti, dagli invertiti, dai reduci, dai
mutilati, dagli elettrici, dai gasisti, dagli studenti bocciati, dai
pornografi, truffatori, mistificatori, autori ed editori.
Rifiutarsi, ma senza specificare la ragione del tuo
rifiuto, perché anche questa verrebbe distorta, annessa, utilizzata.
Rispondere: no. Non cedere alle lusinghe della televisione. Non farti crescere
i capelli, perché questo segno esterno ti classifica e la tua azione può essere
neutralizzata in base a questo segno. Non cantare, perché le tue canzoni
piacciono e vengono annesse. Non preferire l’amore alla guerra, perché anche
l’amore è un invito alla lotta. Non preferire niente. Non adunarti con quelli
che la pensano come te, migliaia di no isolati sono più efficaci di milioni di
no in gruppo.
Ogni gruppo può essere
colpito, annesso, utilizzato, strumentalizzato. Alle urne metti la tua scheda
bianca sulla quale avrai scritto: No. Sarà un modo segreto di contarci. Un No
deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì. I quali si chiederanno che
cosa non viene apprezzato nel loro ottimismo.
Ennio Flaiano dal
“Diario degli errori”, 1967
Nessun commento:
Posta un commento