UN PAESE PRECARIO 12 agosto 2011
Che la situazione sia seria, drammatica e sull’orlo del fallimento è
provato non solo dalle dichiarazioni di Trichet, presidente della BCE, “ci
stiamo avvicinando ad una crisi potenzialmente peggiore di quella del 1929”, ma
anche dalla rivelazione del Sottosegretario Letta: ”Tutto è precipitato in cinque giorni”. Soprattutto,
però, è confermato dal repentino rientro dei nostri politicanti dalle sospirate
(e immeritate) ferie, appena fissate, tra lo sconcerto popolare, per un lungo
periodo. Per fare che? Per incontrare le parti sociali e per decidere urgenti
provvedimenti che anticipino gli effetti della manovra economica, come chiesto dalla UE. Quella stessa manovra approvata in tutta
fretta pochi giorni fa – con grande senso di responsabilità fra il plauso e il
consenso trasversale - e già prevista per il triennio, a futuro carico della prossima legislatura. A scanso
di oneri, pegni, rischi o possibili
ricadute elettorali!
Ma ci ricordiamo che proprio fino a pochi giorni fa questi dilettanti
allo sbaraglio, incapaci, corrotti, indagati, comprati, venduti e irresponsabili
ci assicuravano, a suon di spot di pubblicità ingannevole, anche a reti
unificate e nei TG di regime, che tutto era sotto controllo, che il peggio era
passato, che avrebbero ridotto le tasse e creato sviluppo, occupazione e
prospettive di lavoro e di futuro per i giovani? Mentre, nel paese reale, le
fabbriche e le piccole imprese continuavano a
chiudere e gli operai licenziati o messi in cassa integrazione; mentre
venivano tagliati i fondi per scuola e cultura e le famiglie non smettevano di
combattere per pagare mutui e bollette e per arrivare alla terza settimana!
Ancora una volta, quindi, ci aspettano lacrime e sangue: sacrifici,
tagli, euro-tasse, pensioni, ticket, aumenti, festività accorpate, ulteriore
flessibilità e licenziamenti sono allo studio per tentare di ripianare
l’altissimo debito pubblico, su cui si è costruita la finta ricchezza del
Paese. Debito in buona parte accumulato per effetto della corruzione politica,
dell’evasione e dell’elusione tributaria,
dell’economia in nero e dei capitali esportati nei paradisi fiscali, con
rientro-premio all’ ”esagerato”, incredibile tasso del 5% (quando i redditi da
lavoro sono tassati fino al 40%).
Il tutto a spese e a danno dei
soliti noti , lavoratori, famiglie e pensionati, e non certo della Casta che
continuerà a godere dei propri privilegi, vitalizi, indennità, voli,
portaborse, auto blu e pranzi a 5 euro all’elegante Ristorante del Senato, degli affaristi e faccendieri, protetti dalla P3, P4 e
Scudo fiscale e da leggi dello stato ad personam. Sprechi e costi della
politica, al momento, non si possono toccare.
Ma quello che più sconvolge e mi disgusta è sapere che tali misure
eccezionali per le sorti del Paese saranno prese da questi miserabili
mestieranti della politica, gli stessi
che ci hanno portato a due passi dal baratro
per incapacità, incompetenza e assoluta inerzia programmatica, pur di
compiacere il sovrano, la sua megalomania, i suoi vizi e i suoi interessi
personali, legali ed economici. Pensate,
sappiate, udite!! Per noi decideranno statisti ed esperti come Berlusconi,
Bossi, Calderoli, Sacconi, Gasparri, Stracquadanio, Scilipoti… e un grande economista con l’aria saccente e
annoiata da primo della classe! Tremonti
ha balbettato quattro stronzate da contabile di provincia, senza dire nulla di
serio, di concreto, di comprensibile: “Questo è scemo, è da ricoverare!” Ha
detto PierCasini.
Un esecutivo e un premier senza alcuna credibilità. I mercati finanziari,
infatti, continuano a non crederci e a manifestare sfiducia. La UE, in linea
con questa convinzione, tende a commissariare il Paese perché non si fida di
chi lo governa.
Un governo precario, in un paese precario, dove tutto è precario.
Soprattutto, dove precaria è l’idea della politica.
12 agosto
2011
AlfredoLaurano
Nessun commento:
Posta un commento