Secondo me, si è bruciato da solo! Per autocombustione.
Il movente del tentato suicidio per rogo dello storico Teatro 5 di Cinecittà, famoso in tutto il mondo, è da ricercare in alcuni recenti fatti che lo hanno interessato da vicino.
Il teatro di posa più grande d’Europa, con una superficie di 3200 metri quadri ed un’altezza di oltre 14, capace di ospitare 2500 persone e di ricostruire fedelmente porzioni di città, di fastosi ambienti storici e moderni, ha dovuto prima subire l’oltraggio di ospitare trasmissioni televisive condotte dall’algida Maria De Filippi, “marito” di Maurizio Costanzo, e programmi demenziali per sottosviluppati in calore come “Ciao Darwin”, del logorroico e straripante Bonolis.
Quindi, da dodici anni, aver vicino (all’interno degli Studios) e respirarne i mefitici odori d’imbecillità e vacuità, la casa “chiusa” del finto reality del Grande Fratello e dei suoi perversi e narcisi ospiti.
Poi, ed è l’attualità, la minaccia di chiusura e svendita dell’intero stabilimento che, dopo 75 anni di onorato mestiere, dalla gloriosa leggenda del Cinema potrebbe improvvisamente migrare a quella più solida e realistica del Commercio (Alberghi, Parchi, Centri benessere…).
Dalla Fabbrica dei Sogni a quella degli affari e della cruda speculazione.
Dopo aver visto girare al suo interno più di tremila film: dai kolossal in costume degli anni cinquanta, come Quo Vadis, Cleopatra e Ben Hur, a tutte le più celebri pellicole di Fellini con le sue maestose e incredibili scenografie: La Dolce vita, Le notti di Cabiria, la Strada, i Vitelloni, Ottoemezzo, Amarcord.
E ancora, i grandi film di Luchino Visconti, di Monicelli, di Francis Ford Coppola e Martin Scorsese, Il povero Teatro 5 di Cinecittà, noto come il teatro di Fellini, non poteva accettare tutto questo e anche quest’ultima vergognosa umiliazione.
E si è fatto implodere, come un kamikaze che sacrifica la propria esistenza per un fine nobile e superiore alla sua stessa vita. Per restare nella Storia.
Nella storia del cinema, dell’arte, del mito.
Per lasciare un segno nei luoghi e tra i viali della libera fantasia e della immaginazione, dove veramente i sogni e le intuizioni di grandi artisti hanno preso corpo, hanno vissuto e vivono nella memoria collettiva degli uomini di tutto il mondo.
A dispetto dell’arida logica del profitto di cui mai rimane traccia.
AlfredoLaurano
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