INSONNIA DA PENSIERO UNICO
pubblicato da Alfredo Laurano sabato 12
febbraio 2011 alle ore 19.06
Rispondo a un caro amico che, a notte fonda, si chiede come e cosa fare per
affrancarsi dal Pensiero Unico dominante che ha contagiato il
mondo e allontanato la gente dalla politica, esausta e sfiduciata.
Subito una domanda: cerchi risposte,
un dialogo, un confronto o sono spasmi intellettuali dell'insonnia?
Certo, una volta, quando la notte
non prendevi sonno, ti dedicavi ad altre attività, più fisiche e poco
cerebrali, che procuravano spasmi assai diversi..! Attività, sicuramente
meno nobili, ma più rilassanti e propedeutiche ad abbracciare facilmente il dio
Morfeo, dopo lo sforzo, l'impegno e le pulsioni soddisfatte.
E questo, per tanti o per tutti,
era un po' il pensiero non unico, ma fortemente prevalente.
Oggi, in maturità, volenti o
nolenti, ci dobbiamo occupare di un altra forma di "pensiero unico",
che molto ci coinvolge come cittadini, ma poco come maschi.
Innovazione e conoscenza
sono certamente tra i maggiori fattori di sviluppo civile, economico, sociale e
tecnologico come candele accese l'un l'altra, ferma l'intensità della
fiamma, per far sempre più luce sul sapere (T. Jefferson).
Ma non ci aiutano a spiegare, a giustificare e ad affrancarci
dal pensiero unico. E' esattamente quello che la sinistra-sinistra mondiale e i tanti
movimenti trasversali no-global vanno predicando da tempo per combattere
l'egemonia culturale del neo-liberismo, che identifica e individua nel nuovo
idolo del libero mercato l'unico fattore di crescita e di sviluppo.
Questo nuovo vangelo, dal
crollo dei regimi comunisti e del muro di Berlino, ha creato un moderno
dogmatismo ideologico: l'economia che guida la politica. La supremazia del
capitale (ciao Marx) e del mercato su tutto, in nome del realismo e del
pragmatismo e a scapito del lavoro, della salute, dei bisogni, dello stato
sociale, dell'istruzione, dell'alimentazione e dell'ecologia.
Come se la Politica (quella con la
P maiuscola, non quella dei Mubarak "de noantri" alla Silvio
Berlusconi) non dovesse mai occuparsi di leggi e diritti, di regole e
convivenza civile, dei fenomeni migratori, dell'integrazione razziale, dei
conflitti nord-sud del mondo, della miseria e delle malattie endemiche, delle
rivolte per il pane e la democrazia, dei fondamentalismi religiosi e non, delle
mafie e del traffico di droga, delle devastazioni ambientali.
Basterebbe allora un sofisticato
sistema supercomputerizzato - ovviamente in mano alla classe dirigente (Banca
Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Multinazionali ecc.) - per dirigere,
indirizzare, regolare i flussi finanziari e gestire scelte e dinamiche
economiche.
Come duemila anni fa la sconfinata espansione dell'impero romano contribuì
non poco a diffondere le idee del cristianesimo, così oggi l'impero mondiale
dei media concorre, colpevolmente, a
divulgare questo nuovo catechismo, reprimendo, soffocando, deridendo o
ridicolizzando ogni tentativo di pensare liberamente.
E fa sempre più proseliti fra i
tanti che, per essere al passo con i tempi, non vogliono apparire
emarginati, "antichi" o "veteroqualcosa". Si
convertono alla nuova religione, rinunciando alla propria identità, alla
propria autonomia intellettuale, all'indipendenza del giudizio, alle legittime
contraddizioni di un mondo imperfetto.
Viva quindi la stampa alternativa
e le istanze altromondiste della società civile no o new-global, solo
apparentemente utopiche. Non si può più volere la fantasia al potere, ma
l'uomo e i suoi bisogni sì.
L'uomo inteso come persona, come
individuo sociale, e non le merci, deve tornare al centro di un nuovo
rinascimento, di un nuovo illuminismo.
Viva pertanto la lotta ai processi
di globalizzazione economica e al conseguente pensiero assoluto e
totalizzante. Unico, appunto, perché per i padroni del vapore non ci sarebbe
alternativa. Opposizione e resistenza sempre e comunque alle varie forme di
neoimperialismo che cambiano l'abito a la page, ma non la sostanza e la
vera natura, e nella storia, ciclicamente si ripropongono, sempre a danno
di chi non ha voce, non ha potere, non ha rappresentanza. Cioè, non conta un cazzo! Ma ha
pur sempre una dignità! Quella di un
essere pensante.
E' pertanto necessario ritrovare i
contorni della nostra umanità, i nostri sentimenti, le nostre emozioni,
attraverso la partecipazione diretta, l'impegno personale, lo sviluppo
sostenibile, il consumo critico, il risparmio energetico, il contenimento dello
spreco, il rifiuto della mercificazione di persone e di cultura.
Quando non pescherai più il pesce
nell'inquinato fiume e l'erba non crescerà nel deserto della terra - diceva un
vecchio capo indiano - ti accorgerai, ma sarà tardi, che il denaro
non si mangia.
Perciò, un altro mondo è ancora
possibile.
Ma occorre sbrigarsi. Lo stanno
distruggendo col calore dei tanti dollari bruciati per farne assai di
più!
12.2.2011
AlfredoLaurano
Nessun commento:
Posta un commento