Mi ci porti papà?
In un video pubblicato da Repubblica, si vede un agente che
fa divertire il figlio sedicenne del ministro dell'Interno Salvini, al mare, su
un mezzo della polizia.
Una moto d’acqua diventa una specie di giocattolo, una
specie di cavalluccio a dondolo o una macchinetta di una giostra marina, che
gira nelle acque di Milano Marittima.
Come fosse un pattino o un pedalò preso a noleggio.
Ma capitan Cocoricò, padre premuroso, non chiama il bagnino
per accontentare il figlio, come fanno tutti i comuni vacanzieri su una
spiaggia pubblica. Ordina ai poliziotti di scarrozzare il suo “trota” su un
loro scooter d’acqua.
Due che si identificano come agenti tentano di coprire la vista
a un reporter, che sta filmando la scena: "Non riprendere”, avverte uno
dei due, o abbassi la camera o te la levamo", si sente.
La Questura di Ravenna sta svolgendo accertamenti per uso
improprio di mezzi dell'amministrazione pubblica.
Salvini ammette l’errore e chiede scusa: “Mio figlio sulla
moto d’acqua della Polizia? Un errore da papà, nessuna responsabilità va data
ai poliziotti, che anzi ringrazio perché ogni giorno rischiano la vita per il
nostro Paese”. Un po’ di sana retorica non guasta mai, anche senza rosari,
madonne e crocefissi. Spiagge aperte e porti chiusi.
In fondo, cosa vuoi che sia: siamo in estate, a fine
luglio, fa tanto caldo, tutti a bagno o in giro col pattino o sulla moto biancazzurra
della polizia. Come fossimo a “Giochi senza frontiere”, per legittimo divertimento:
“Attention! Trois, deux, un...
La prossima volta sul gommone o su una nave Ong, magari con
un’altra Carola, più accondiscendente, in uniforme e fornita di adeguato reggiseno
sulle tette.
Allora, tutti in fila, ma prima gli italiani. Anzi, no,
prima i figli di papà.
Cavolo! Qualche privilegio dovranno pure averlo!
31 luglio 2019 (Alfredo
Laurano)
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