venerdì 12 luglio 2019

CONDANNATO


Grande clamore mediatico ma, stavolta, Giustizia, forse, è stata fatta.
Nonostante la strumentale esibizione in TV dei figli, oggi maggiorenni, che giurano sull’innocenza del padre, quella della attuale compagna, ex amante del Logli, restaurata a favore di telecamere, a sette anni dalla scomparsa e dopo diversi gradi di giudizio, ieri sera la Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda processuale, confermando per Antonio Logli la condanna a 20 anni (pena ridotta di un terzo, grazie alla scelta del rito abbreviato) per l'omicidio di Roberta Ragusa e l'occultamento del suo cadavere.

Nelle 81 pagine della precedente sentenza d’appello, il movente appariva essere economico, non passionale. Secondo i giudici, «la coppia Logli-Ragusa versava da tempo in irreversibile stato di crisi matrimoniale a causa della protratta relazione del marito» con Sara Calzolaio, ex baby sitter dei figli, poi segretaria alla scuola guida di famiglia, e che «gli interessi economici dei coniugi erano strettamente intrecciati e non facilmente districabili vista la partecipazione in forma societaria all’attività di famiglia alla cui conduzione la Ragusa era principalmente dedita». Logli avrebbe temuto di perdere l’attività economica di famiglia se la moglie, come pensava di fare, avesse chiesto la separazione.

"Sette anni di processi - dice l’avvocato Nicodemo Gentile dell'associazione Penelope - Roberta ha avuto la giustizia degli uomini. Sono triste perché è una sconfitta della famiglia, penso ai figli di Roberta. Per il resto credo che sia la cronaca di un omicidio che noi abbiamo sempre sostenuto. Logli è stato triturato dalle sue menzogne, ha cercato negli ultimi tempi di cercare di lavarsi l'immagine.”

La notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Roberta Ragusa era sparita, in pigiama, dalla sua casa di Gello, frazione di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.
Le indagini si concentrarono fin dalle prime ore sul marito, ondivago e renitente che sosteneva che la moglie si fosse allontanata volontariamente. Ma tutte le ricerche, avviate sin da subito, rimasero per sempre senza esito e la Ragusa non fu mai trovata, né viva, né morta. 

Logli ha atteso la sentenza insieme alla compagna Sara Calzolaio e alla figlia Alessia in un affittacamere non distante dall'ospedale di Cisanello di Pisa: "Sono disperato" le prime parole pronunciate dall'uomo e riferite da uno dei suoi avvocati.
In lacrime i parenti di Roberta Ragusa, che per tutta la giornata hanno atteso il verdetto della Cassazione: "Finalmente si smetterà di dire che mia cugina era in giro a divertirsi. Mia cugina è morta, lo ha detto anche la Cassazione. Giustizia è fatta", ha detto commossa Maria Ragusa.
Il condannato è stato condotto nel carcere Livornese delle Sughere su disposizione della procura di Pisa per evitare che il detenuto potesse essere esposto davanti alla piccola folla di curiosi, che si era radunata davanti alla casa circondariale don bosco di Pisa.
11 luglio 2019 (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento