“Come sulla linea del Piave".
Anche Francesco Saverio Borrelli, il magistrato
simbolo della lotta alla corruzione e capo del pool Mani Pulite, ha lasciato
questo mondo.
Ma, nonostante il suo impegno e la disgregazione di un
sistema di potere politico che, in quella stagione (1992-3), tra arresti,
scandali e liquidazione di partiti, mise fine alla Prima Repubblica,
Tangentopoli non è mai finita e mai finirà.
Anzi, tutta quella rivoluzione, che spazzò abusi e
prepotenze, preparò, inconsapevolmente, l’avvento di Berlusconi, pronto a riempire il vuoto politico che si era determinato, a promulgare
“leggi vergogna”, o “ad personam”, e ad annunciare riforme della Giustizia, per
mettere il freno alle “toghe rosse”, i pericolosi giudici comunisti, insultati quotidianamente dal viscido Vittorio Sgarbi, su Canale Cinque Fininvest, senza alcun contraddittorio.
Il degrado socio-politico del berlusconismo continuò e
prese nuova linfa, fino al renzismo - che ne colse l’eredità, svendendo e
rinnegando la Sinistra del Paese - al salvinismo autoritario e ai tanti disinvolti
Palamara di oggi.
Grazie e addio, giudice onesto.
20 luglio 2019 (Alfredo Laurano)
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