lunedì 20 novembre 2017

SAPERI E SAPORI DI SERRA

Esprimere un giudizio, il più obiettivo possibile, sul recente pranzo alla Serra dei Sapori non è proprio semplice, se non si vuol cadere nella superficialità di un commento sbrigativo. Personalmente, non amo criticare per il gusto di farlo o per denigrare il lavoro altrui, soprattutto quando si coglie alla base la buona fede e una volontà propositiva e lodevole, anche a fronte di qualche leggerezza di troppo o di qualche impennata di improvvisazione, che mal si addice a un locale così gradevole e ospitale. Comodi spazi articolati, soppalco, gazebo esterno, arredo rustico-moderno, come di tendenza, un bel camino a mattoncini che scalda la già piacevole atmosfera familiare.
Per questo desidero sottolineare, intanto, il modo e il garbo con cui la simpatica titolare ci ha illustrato i piatti, la provenienza dei prodotti usati, i vini dell’azienda, ma anche tutto quello che non era disponibile, perché finito la sera precedente: niente porcini, niente orecchiette alle cime di rapa, niente vaccinara, né altre voci del menu. Una tribù di affamati avventori aveva, di fatto, svuotato le dispense e i frigoriferi. Ovviamente, ci siamo adeguati, scherzosamente, allo stato delle cose.

La cucina è classica e punta prevalentemente sulle carni: fiorentine, buttere, filetti, arrosticini e tagliate (da 21 a 25 €) e sui primi romani della tradizione: una gustosa matriciana, anche se molto, molto al dente, un discreta e poco cremosa cacio e pepe, una essenziale gricia.
Tra gli antipasti, tagliere di formaggi e affettati (non provati), bruschettine miste e non proprio indimenticabili fagioli in umido - piuttosto asciutti, freddi e con rari scampoli di ricordi di salsiccia - e assaggi di ben riuscita trippa alla romana.
Poi, una sapida scamorza, tagliata ad ostie assai sottili, impreziosita con pasta di tartufo (12 €), misticanza, ottime patate a disco con pangrattato e cicoria ripassata che, inspiegabilmente, tra lo stupore generale, è stata servita assolutamente fredda (poi, su richiesta, rivisitata).
Tra i dolci, molto buone le crostate, la panna cotta ai vari gusti e il tiramisù. Morbido ed equilibrato il merlot-cabernet della casa (10 euro per 0,75 l.) e la grappa barricata.

Insomma, luci ed ombre, non tanto nella qualità delle proposte e della materia prima di livello, quanto nell’elaborazione dei piatti, con qualche scivolone di troppo che va velocemente superato, anche nel servizio, cortese, ma eccessivamente “riflessivo” e un po’ approssimativo.
Come anche i prezzi, complessivamente nella media, con qualche punta di troppo nelle carni. Apprezzabile e gradito lo sconto gentilmente applicato sulla “dolorosa”.
Certamente possibili ampi margini di miglioramento, che consentiranno a questa Serra di esaltare maggiormente i suoi saperi e i suoi amabili sapori. (Alfredo Laurano) 

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