Dicevamo: la
Gabba lascia, mentre la cariatide maschile Bruno Vespa continuerà a condurre
Porta a Porta, dopo aver aggirato i limiti del tetto stipendi RAI, firmando un
contratto da artista, pur essendo un giornalista. Elementare Watson!
Il suo stipendio
attuale è di 1,3 milioni di euro, alla faccia del tetto identico per tutti i
dirigenti, fissato nella miseria di 240mila euro, solo 20mila euro al mese.
Ma Brunetto il
furbetto ha ottenuto una deroga proprio grazie a quel contratto sui generis,
contratto da grande “artista”, offrendo, poverino, pure la riduzione del suo
cachet del 30%. Prima, viaggiava intorno ai due milioni l’anno.
Oltre alla
vergognosa eccezione, resta il fatto, assai bizzarro e poco coerente, che
“l’artista” non si dedicherà, ora, al canto, al balletto, alla pittura, a
numeri di prestigio o da giocoliere, ma continuerà gattopardianamente ad
occuparsi di politichese, a fare il clown del regime, a sbavare dietro una
pletora di impresentabili, ma utili, a difendere il potere in tutte le sue
mille sfumature. Tutto cambia per non cambiare niente.
La stessa norma
che fissava i limiti massimi dei compensi - definita populista e pasticciata,
ma votata in Parlamento - valeva anche per Fabio Fazio, Antonella Clerici,
Carlo Conti ed altri ed è finita a tarallucci e vino, come si conviene in
Italia.
Tutti hanno
ottenuto il massimo con vari trucchi, escamotage e interpretazioni elastiche,
anche sfruttando il settore della raccolta pubblicitaria o ricorrendo a quello
della ipotetica, fittizia consulenza.
La TV di Stato,
che resta sempre un'azienda che si deve confrontare con il mercato - si
giustificano i suoi burocrati - non poteva rischiare di perdere i suoi volti
più conosciuti, anche se qualcuno è già partito.
Permane il
paradosso che va, comunque, denunciato.
Chi ha un
contratto da artista non può, sotto par condicio, fare il giornalista e,
quindi, agire, intervenire e orientare nella campagna elettorale. Altrimenti si
prendono in giro gli utenti e il popolo italiano.
La sua inquinata
trasmissione, il suo bianco salottino delle ambizioni represse o perdute, in
teoria, dovrebbe occuparsi di spettacolo, di intrattenimento, di nani e
ballerine e non essere ricondotta sotto la testata giornalistica.
Ma quando mai,
nel paese dei furbetti!
C’è chi se ne va
e chi rimane ad ogni costo.
La mitica Gabba
è solo una rara, pregevole eccezione. Inutile alla causa, anzi, assai
pericolosa.
(Alfredo Laurano)
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