Che mi metto stasera? Abito lungo, jeans o minigonna: poco
importa, basta una tunica o un asciugamano, una vestaglia o un caffettano.
Tanto, nessuno ti vedrà vestita, appena entri te lo toglierai….
Ambiente elegante, luci soffuse, tante candele, niente
cellulari.
Chi ha una prenotazione, entra (vestito) all’Italo Americano
- ristorante di Cerro Maggiore, nel Milanese, nuovo cenacolo dei naturisti
gourmet - si sistema dietro apposite tende e separé e si spoglia. Come nella
cabina al mare, ma integralmente.
Poi si accomoda al tavolo, poggiando sulle sedie un telo,
per ovvie questioni igieniche, e inizia a cenare.
Unica cosa extra consentita è portare una pochette, per gli
effetti personali, ma è fondamentale seguire due rigorosissimi divieti: non
tenere con sé il cellulare, per evitare di cadere nella tentazione di
fotografare qualche nuda chiappa o il vicino di tavolo, e non fare alcuna
pratica o avance esplicita di natura sessuale: toccamenti, carezzine, casti
bacini su tette e pancini.
E’ il primo ristorante per nudisti d’Italia, nato un mese
fa, il cui motto è: spogliamoci e mangiamo.
Il locale, arredato in stile americano anni 50-60, dispone
di più di cento posti a sedere, ha un banco bar-enoteca, dove poter degustare vini
di qualità, una piccola pista da ballo, una zona relax con divanetti e luci
basse, dove poter tranquillamente sorseggiare un drink in compagnia. Si favorisce l’ intimità, ma non è un locale
per scambisti e per curiosi.
Il costo della cena va dai 100 ai 120 euro a coppia e dai 50
ai 100 per i single. Ci sono sconti per chi è iscritto all'Associazione
Naturista Italiana.
La qualità della cucina non sembra essere eccezionale,
stando alle recensioni su siti specializzati, ma questo conta poco.
Conta molto, invece, l’astuto marketing che ispira la
non comune iniziativa e che sfrutta un certo naturale voyeurismo e quella
componente narciso-esibizionistica che in alcuni è irrefrenabile, non solo
sulle spiagge apposite, dove, di certo, non circolano burkini o veli islamici.
E poi, vuoi mettere? Si cena completamente nudi e poi si
balla, senza nemmeno il rischio di macchiarsi la cravatta o la camicetta di
chiffon.
(Alfredo Laurano)
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