In campo, in panchina, in strada, in famiglia: sempre semplice, buono,
generoso, ironico e con quell'espressione da bimbo furbetto e dispettoso che
scherza sempre e non s'arrabbia mai.
Il tuo sguardo lo conferma, i tuoi
occhi sono buoni e pieni d'amore.
Quando ti ho conosciuto, ne avevi 17 ed eri timido e impacciato, un ragazzino
di talento, vergognoso e imbarazzato che parlava solo col pallone.
Non sei cambiato molto, France', anche a quarant'anni!
Con due ginocchia rifatte, dieci
viti nella caviglia e un pezzo di ferro nella gamba, ancora ci regali la magia.
27 settembre 2016 (A. La.)
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