venerdì 27 maggio 2016

PRIVILEGIATA

Non basta la tragedia quotidiana dei migranti, l’infamia dei trafficanti di umanità, le fughe impossibili nel deserto, i viaggi della speranza o della scommessa per la vita, i barconi che si capovolgono, i tanti che affogano e i dispersi, inghiottiti dall’acqua di un mare assassino, che non hanno mai visto prima, e che diventa tomba.
C’è anche di più, di più atroce, di più beffardo e cinico, nel crudele destino che segna questa larga genìa di figli di un dio minore.
Favour, la bellissima bimba nigeriana di nove mesi, è arrivata a Lampedusa da sola. La mamma, infatti, incinta del secondo figlio, è morta durante la traversata per gravi ustioni da carburante.
Smarrita e inconsapevole, Favour è stata amorevolmente accudita, visitata, abbracciata, rifocillata e rivestita con abiti nuovi. Ha bevuto latte, ma non quello della sua mamma che non sa di non avere più.
Come hanno raccontato i sopravvissuti dello sbarco, che i soccorritori hanno definito terribile per le pessime condizioni in cui sono arrivati i profughi, la piccola Favour – il cui nome in italiano significa “Privilegiata” - ha già una storia tragica alle spalle.
Sul gommone è stata salvata da una donna che l’ha protetta e tenuta stretta a sé, anche dopo che il barcone si è rovesciato e la sua mamma è morta, non annegata, ma imprigionata e bruciata nella stiva, a ridosso dei motori. E’ il posto che costa meno per viaggiare o per morire su quelle carrette fatiscenti.
Per tutto il giorno è stata curata e seguita da Pietro Bartolo, responsabile medico del Poliambulatorio di Lampedusa e protagonista dell'ultimo  film di Gianfranco Rosi, "Fuocoammare".  
È rimasta in ambulatorio per alcune ore, poi l'eroico medico l’ha accompagnata nel centro d'accoglienza per i più piccoli, consegnandola alla polizia femminile.


Sono passati non molti mesi da quando l’immagine simbolo del piccolo Aylan, trovato morto su una spiaggia turca, sconvolse tutto l’Occidente che gridò in coro “Mai più” e molti scrissero “Where is the world?”, su improvvisati cartelli, per inchiodare i potenti alle proprie responsabilità. Ma, da allora ad oggi, sono annegati almeno altri cinquecento bambini.
Le foto di quel bimbetto siriano di tre anni, con la maglietta rossa e le scarpine blu, fecero il giro del mondo e, oltre alla commozione collettiva, determinarono un certo rilancio delle politiche europee per l’accoglienza.

Adesso tocca alla piccola Favour, orfana fortunata e già definita nuova star della cattiva coscienza dell’Europa, smuovere l’indifferenza e tenere accese le luci su questo infinito esodo di migranti respinti e disperati.
C’è la fila di richieste per adottarla e sostenerla anche economicamente.
Ma per tutti gli altri, figli e genitori emarginati, vessati, maltrattati, diversi, meno fortunati e meno degni, non c’è nessuna fila.
(Alfredo Laurano)

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