mercoledì 18 maggio 2016

L’ARCA DI FRANCESCO

Da qualche giorno, le parole del papa su animali e pietà suscitano varie polemiche, critiche e reazioni. Ma soprattutto tante insopportabili strumentalizzazioni.
Sappiamo che da quando esiste il Web, quello di strumentalizzare è lo sport preferito di buona parte dei navigatori che non perdono occasione per criticare aspramente, inveire e sparare a zero su chi la pensa diversamente o esprime un concetto che non si condivide. Perché è facile farlo, perché è un diritto di tutti, perché nessuno lo vieta o lo limita, se non il senso della misura e della ragione, la propria educazione, il rispetto per gli altri e la propria onestà intellettuale.
Poi, secondo la prassi e i convenzionali sacri canoni che i social prevedono o, forse, impongono, segue tutto a cascata: escalation dei commenti, inasprimento degli attacchi, emulazione, protagonismo e tanti carichi da undici per essere sempre più spietati.

Nel caso di Francesco, papa largamente amato anche dai laici, tutto questo, peraltro, è stato molto contenuto e tutti i dissidenti lo hanno aspramente rimproverato per aver posto su piani diversi umani e animali, senza considerare, soprattutto, il valore morale, affettivo e sociale che gli amici animali esprimono e regalano all’uomo.
“Quante volte vediamo gente, tanto attaccata ai gatti e ai cani, che lascia senza aiuto il vicino che ha bisogno e fame. La pietà non va confusa con la compassione per gli animali che vivono con noi, quando si rimane indifferenti di fronte alle sofferenze delle persone”.
Queste, per molti animalisti integralisti, le sue blasfeme parole.

Secondo alcuni, questo papa si contraddistingue per un qualunquismo insopportabile.
“Questo ha veramente scocciato. Ora se la prende pure con cani e gatti. Vergogna. Invito tutti i cinofili a non destinare più l’otto per mille alla chiesa cattolica, non si meritano i nostri soldi.
Dicono altri: “Ecco, adesso Bergoglio se la prende pure con chi ama cani e gatti. Non sa che il più delle volte questi esseri sono migliori di quelli umani? Una gatta non si sognerebbe mai di abbandonare i suoi cuccioli, è capace di lottare fino alla morte per difenderli, mentre molte donne buttano i neonati nei cassonetti… un cane è capace di morire per salvare il proprio del padrone”.
“Spesso, ci si affeziona di più agli animali proprio per l’indifferenza o la cattiveria degli umani e per l'amore incondizionato che sanno darci, al contrario di molti umani”.
“Francesco si occupi dei problemi della Chiesa a partire dai sacerdoti che violentano i bambini e dei cardinali che vivono negli attici e certo non pensano né ai poveri né ai gatti ma solo a loro stessi prima di venire a fare lezioni a noi che amiamo sia uomini che animali come tutte le creature di Dio”.

Tutto vero, tutto giusto, tutto l’amore e il rispetto per i nostri amici a quattro zampe.
Ma, a parte le complesse sfumature nell’uso della lingua per uno straniero, il monito del papa non era certo quello di invogliare a maltrattare o a non amare gli animali, ma più semplicemente quello di non metterli al di sopra delle persone, umanizzarli oltre le leggi di natura, ignorando, magari, il grido d’aiuto di un fratello.
Cosa che tanti animalisti fingono di non capire, soprattutto, quando spendono tantissimo denaro per giochi, cappottini, accessori di lusso, diete da gourmet, per lo psicologo comportamentale e, ora, pure per le vasche idromassaggio.
Molte persone, per motivi psico-sociologici che qui non è il caso di indagare - carenze affettive, perdite, repressioni, delusioni ed emarginazione sociale, sublimazioni - vivono il rapporto e l'amore per un animale - oggi vanno di moda anche i conigli e i furetti, superati criceti e pappagalli, serpenti e iguane - in modo esclusivo, irrazionale, morboso e viscerale. Qualcuno dorme nello stesso letto, convive in stretta intimità, in totale dipendenza e anomala simbiosi. Pratica, inconsapevolmente, una forma di devozione, di ultra fanatismo, al limite dell'idolatria, fino alla creazione del feticcio, che altera ruoli e comportamenti, rompe l’equilibrio e compromette i rapporti umani. Fino ad ignorare il prossimo, gli altri, i bisognosi, come dice il papa.

Gli animali sono in grado di capire, hanno una forma di intelligenza, provano dolore, sofferenza, possono essere felici o terribilmente tristi, ma trattare cani e gatti scambiandoli per figli - capita spesso di sentir dire: vieni da mamma, dà un bacio a mamma! - può essere dannoso soprattutto per la salute degli stessi animali, che vengono sottratti alla loro natura.
Le mode, poi, impazzano in questo settore, dove le varie industrie alimentari, commerciali, farmaceutiche, fino a quelle funerarie, hanno scoperto da tempo un enorme business internazionale che alimentano, sfruttando la buona fede e speculando sui sentimenti di chi, per troppo amore, confonde, a volte, piani, specie, generi ed esseri senzienti.
 18 maggio 2016 (Alfredo Laurano)


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