E’ una specie di migrazione elettorale quella
strana “transumanza” di candidati al voto del prossimo 5 giugno, che si spostano verso i
pascoli amministrativi, in una zona collinare-montana dell’Abruzzo.
Arrivano da Barletta, da Catania, da Napoli,
dalla Sardegna, oppure dalle più vicine Sulmona e Teramo. Ad accomunarli la
voglia matta e incontenibile di fare il sindaco o il consigliere a Carapelle
Calvisio.
Nella nostra bella Italia, pochi conoscono
Carapelle Calvisio, il più piccolo Comune in provincia dell'Aquila (30 km.), ad
un'altitudine di 877 metri, con una popolazione di 85 abitanti, residenti.
Paesino tranquillo e sereno, arroccato su una delle propaggini meridionali del
Gran Sasso d'Italia, circondato da boschi di querce e pini, gode di un clima
eccezionale.
Sarà proprio quell’aria buona, profumata e
asciutta, sarà l’olio di oliva particolarmente pregiato che vi si produce, a
dispetto dell’altitudine, sarà la cordialità dei suoi pochissimi residenti, sta
di fatto che Carapelle, all’improvviso, è diventato il sogno segreto di ogni
anelante amministratore.
Un incredibile “caso elettorale” che vede ben
7 candidati per la poltrona di sindaco, per altrettante liste, e ben 55
aspiranti consiglieri in un Comune in cui votano solo 67 persone.
Il sindaco uscente, Domenico Di Cesare,
afferma che tre delle sette liste sono riconducibili a persone che puntano a
giocarsi la poltrona di primo cittadino, quattro invece sono costituite da
decine e decine di appartenenti alle Forze dell’Ordine - poliziotti,
carabinieri e agenti penitenziari - che hanno diritto a 30 giorni di
aspettativa retribuita perché la legge vieta loro di prestare servizio durante
la campagna elettorale. Una ragione, quindi, ben lontana dalla tensione
ideale che muove il perseguimento dell’interesse pubblico. Una sorta di vacanza
premio, un mesetto di ferie aggiuntive.
Nulla da ridire, comunque, se le candidature
fossero state presentate nei rispettivi Comuni di nascita o di residenza, visto
che è un diritto di tutti candidarsi, per dare un contributo al proprio
territorio. Molti di loro, però, a Carapelle Calvisio non ci sono mai stati e
forse, fino a pochi giorni fa, ne ignoravano addirittura l’esistenza.
Tra i concorrenti a sindaco, c’è anche una
signora di 72 anni che è arrivata lì, per la prima volta in vita sua, solo per
autenticare la firma per la propria candidatura.
Mi viene in mente un po' dello sciocco
pensiero di Pertini, che affermava che chi approfitta della politica, per
guadagnare poltrone o prebende, non è un politico, bensì un affarista, un
disonesto.
Mi permetto di aggiungere: anche se ancora
non è corrotto e non ha rubato.
Per il momento, è solo un po’ furbetto.
Per il momento, è solo un po’ furbetto.
9 maggio 2016 (Alfredo Laurano)
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