Sette,
santoni, veggenti e predicatori. Ce ne sono, ancora e tanti, di ogni tipo e
colore, con varie specialità della casa, più o meno miracolose.
Il
mondo ne è pieno, ma poco e mai scientificamente se ne parla, forse perché
conviene alimentare e mantenere il clima di magia e di credenza, molto utile a
orientare e a controllare le coscienze. O, forse, perché si preferisce non fare
un minimo di chiarezza e di obiettiva informazione, per consentire continue
speculazioni, sfruttamento mediatico e risorse indotte (turismo, trasporti,
commercio).
Se
non quando accade un fatto di cronaca eclatante, una disgrazia, una fuga, una
sparizione, una denuncia di plagio, di sevizie o di riduzione in schiavitù.
O
quando, troppo spesso, in televisione si raccontano in modo suggestivo
“apparizioni”, “visioni mistiche”, “strade dei miracoli” e “lacrime di sangue”,
che, assecondando morbosamente quel bisogno insopprimibile di credere,
conquistano punti di share nei palinsesti. E si confezionano, così, tanti
fasulli biscotti al sentore di paranormale, con retrogusto metafisico, che
fanno presa sulla buona fede e sulle debolezze umane.
Le
dimensioni e la pericolosità del fenomeno sono, quindi, volutamente sottovalutate
per non limitare il relativo margine di negoziazione etica, intellettuale e
commerciale.
Sono
anni che denuncio le gravi responsabilità della TV generalista che, in teoria,
dovrebbe rappresentare la più grande industria culturale e laica del Paese e
che, invece, propina tante insopportabili
leggende, inchieste ingannevoli e scorrette esposizioni di fatti “misteriosi”,
esibiti senza filtri critici e mai verificati, e serviti impunemente
all’opinione pubblica.
E’
una volgare forma di lucro culturale che ormai è sdoganata e normalizzata e che
mai si configura come reato, pur abusando della credulità popolare, dei
bisogni, delle passioni o dell'inesperienza di minori o di chi è in stato
d'infermità o deficienza psichica, o incapace di intendere e volere.
E’ di poche settimane fa il
viaggio tra le strade della capitale della mummia di Padre Pio, la comica
disputa ternana sulle spoglie di S. Valentino, le ultime apparizioni su
appuntamento da Medjugorje.
Ma
questa storia non la conoscevo. Mi ha incuriosito e ve la voglio raccontare.
Siamo
nel 1981, quando la nota rivista settimanale “Gente” pubblica un dettagliato
articolo su quello che molti torinesi ribattezzano “il nuovo Padre Pio”: un
diciottenne di nome Roberto Casarin, fervente cattolico.
Stando
alle fonti riportate, sin dai primi anni d’età, attorno al giovane si
manifestano fenomeni straordinari, guarigioni scientificamente impossibili,
eventi talmente straordinari che il docente di Medicina del Lavoro all’Università
di Torino, certifica, successivamente, come fenomeni paranormali.
Il
prodigioso Casarin nasce a Torino il 9 aprile 1963 e già all’età di sei anni
indica la sua futura missione ai familiari ed alla maestra della scuola
elementare: rivelare la Conoscenza a quanti cercano la via dell’elevazione
spirituale.
Non
si tratta delle fantasie strane di un bambino che, invece di giocare con i
coetanei, stupisce studiosi e teologi, conversando con loro.
L’attività
più assidua del ragazzo torinese è la predicazione e la recita pubblica del
Rosario, come pure l’incontro quotidiano con i molti ammalati che si affidano
alle sue qualità taumaturgiche. E’ anche spesso invitato in diversi santuari e
parrocchie cattoliche d’Italia a pregare, predicare e ricevere gli ammalati;
suscita inoltre un grande interesse da parte dei media, sia per le numerose
testimonianze di guarigioni, sia per il fenomeno delle stigmate, che dichiara
di avere ricevuto a partire dal 1979 e che sono a loro volta studiate dal
docente torinese Zeglio.
Si
parla anche di miracoli, visioni e contatti con i defunti: tutti elementi che
non trovano l’approvazione della Curia torinese.
Nei
primi anni '80, il novello “padre Pio”
ha abitato negli alloggi annessi alla chiesetta di Sassi, ai piedi della
collina di Superga, nella quale chiesetta svolgeva la sua missione di
insegnamento spirituale e riceveva tutte le persone che gli chiedevano aiuto e
consiglio.
Incredibile, ma vero, in quella
stessa abitazione aveva alloggiato anche Don Giovanni Bosco, che vi si recava
per le vacanze: Swami Roberto dormiva proprio nella camera del grande santo
torinese (Swami significa “maestro di se
stesso” e, in genere, è attribuito a guru e santoni).
Sarà
poi il fondatore di Anima Universale - una chiesa e una comunità monastica
- e intorno a lui accadranno ancora cose
straordinarie, meravigliose, e soprannaturali. Anche se sarà scomunicato nel
2010, per aver commesso i delitti di scisma ed apostasia.
Il
suo sito ci informa che la sua visione profonda e universale dello spirito illumina
le coscienze. I suoi insegnamenti ispirano le persone a condurre un’esistenza
più elevata e gioiosa, fondata sui valori della rettitudine e della
non-violenza.
Lui
ci rende partecipi di una grande verità: l’amore può l’impossibile, infatti
Anima Universale, con l’unico aiuto della Divina Provvidenza e di qualche
cospicua offerta libera, si prodiga per aiutare i bisognosi, compiendo opere
umanitarie in tutto il mondo.
Swami
Roberto, in tunica e zucchetto bianco o, a volte, colorato, che lo fa un po’
papa e un po’ mago Othelma, non chiede e non pretende niente - anche se nella
prima pagina del suo sito compare in bella vista l’IBAN - e dona tutto il suo
amore. Accoglie tutti, credenti e non credenti.
Incontrarlo
non è un’esperienza ordinaria.
Il
suo imperdibile Darshan (rito domenicale che prevede la benedizione di Dio,
direttamente dalla sua presenza nel tempio, oppure da un Maestro-avatar
incarnato) favorisce un processo di purificazione e guarigione interiore in
quanti desiderano accogliere l’energia vitale che da lui scaturisce.
I
suoi insegnamenti sono attimi di spiritualità profonda, che possono cambiare la
vita di una persona: essere alla meravigliosa presenza del Maestro, ascoltare
la sua voce che sussurra parole di conforto, ricevere quel sorriso che scioglie
la tristezza, l’abbraccio che rigenera, la delicata carezza sul viso, le
lacrime di liberazione…come fanno i grandi preacher americani, è un momento di
incredibile esaltazione psichica e mistica. C’è chi sviene, chi cade folgorato,
chi si abbandona al deliquio della coscienza.
Ogni Darshan è un’esperienza
nuova, perché il maestro non si ripete mai nella sua spontaneità.
Lui ascolta
le parole pronunciate e quelle silenziose. Si ferma e, col suo sguardo che
legge nell’anima, aiuta a guardarsi dentro. La sua presenza infonde la pace nei
cuori.
I
presenti cantano e pronunciano anche parole rituali di alcune forme di
meditazione orientale. Di tanto in tanto, attraverso il movimento delle
braccia, accolgono e diffondono l’energia di Roberto che scende sui loro corpi.
“Chi ama può cambiare l’impossibile!”
I
vari riti, come battesimi, matrimoni, funerali, incontri di meditazione e
preghiera, celebrazione di mantra, sono l’espressione liturgica del rispetto
della vita, dell’amore verso Dio e del miglioramento individuale e sono celebrati
dai “Ramia” (anagramma di Maria) - i sacerdoti “universali” di Anima Universale
- che possono essere indifferentemente uomini e donne - disponibili ad aiutare
qualunque persona, indipendentemente dal credo religioso.
Le
testimonianze di guarigione, di fede ritrovata e di grazie ricevute sono
innumerevoli tra coloro che hanno sperimentato il suo aiuto e beneficiato del
suo illuminante consiglio.
Tutto questo, però, lo dice
sempre il sito, non la comunità scientifica.
Nella
liturgia di questa “chiesa”, deviata, alternativa e scomunicata, si sono
utilizzati elementi, feste e iconografie cattoliche per attirare, soggiogare,
confondere e mentalmente rapire persone che adesso si ritrovano internati in
una vera e propria setta. Un colpo basso
per sfruttare l’appeal della Madonna, la sua popolarità, l'amore che
notoriamente gli Italiani nutrono per lei.
Secondo
le testimonianze di alcuni ex fedeli, i santoni, in genere, hanno il potere
occulto, che viene dal diavolo, di ammaliare la gente, facendo apparire che il
comportamento imposto sia un bene, non uno schifoso plagio. La potenza di
costoro è tale da ipnotizzare le persone, creando un rapporto di dipendenza
assoluta, dopo averne conquistato la fiducia.
Raccontano anche che molti sono
costretti a mangiare escrementi e vomito, che in questa setta Casarin i monaci
praticano l’omosessualità e che alcuni adepti vengono espropriati di ogni
avere!
Sembra
stranamente assidua la presenza di suore, di semplici preti cattolici, di
vescovi, di vip e gente di spettacolo, in visita a questa comunità di monaci
ramia.
Anche se la storia del loro guru
Casarin è uguale a quella di tanti altri pseudo-profeti che hanno fondato la
loro bella chiesa personale su misura, mescolando elementi filosofici e
religiosi eterogenei, tra stigmate, visioni, flussi vitali, viaggi
extracorporei, sincretismo religioso e un generico "amore
universale", che fa subito fede e spiritualità.
7 aprile 2016 (Alfredo Laurano)
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