Sono
sempre belle le immagini che raccontano i sentimenti e la passione che solo lo
sport, quello vero, sentito e popolare, sa regalare. Forse perché sono poche,
rare e sommerse da quelle di ordinaria violenza e di follia quotidiana.
Raccontano
un’emozione collettiva, intensa e condivisa, ed esprimono la gioia, la felicità
e l’amore con un canto, un gesto o un sorriso, ma anche attraverso le lacrime
di un copioso pianto. Il confine, spesso, è assai labile e sfumato.
Lo
sport, per chi lo vive, lo segue e per chi crede nei suoi valori e nel suo
nobile significato, ci commuove e ci fa tornare un po’ bambini: ci educa al
rispetto dell’altro, scopre ciò che di più puro abbiamo dentro, fa emergere le
nostre qualità, esalta la nostra coscienza nella sfida e nella sana
competizione, non la apparente fragilità. Ci rende più autentici, umani e
solidali.
Dimmi
cos'è che ci fa sentire amici, anche se non ci conosciamo. Dimmi cos'è che ci
fa sentire uniti, anche se siamo lontani. Dimmi cos'è, cos'è che batte forte,
forte, forte in fondo al cuore, che ci toglie il respiro e ci parla d'amore.
Che ci fai piangere e abbracciarci ancora… (A. Venditti)
Le
immagini di quelle lacrime, dopo il secondo gol segnato da Totti, nella partita
contro il Torino, hanno fatto il giro del web e delle televisioni di tutto il
mondo.
"È stato un pianto
liberatorio, non riuscivo a smettere", ha dichiarato Alessio,
il giovane tifoso giallorosso, inquadrato sugli spalti dello stadio Olimpico, subito
dopo la rete del 3-2 del capitano giallorosso.
All'indomani
della sfida, Alessio ha potuto vivere un'altra indimenticabile emozione,
potendo incontrare, direttamente a Trigoria, Francesco Totti. "Non sapevo cosa dire, io sono timido e lui
più di me. La cosa bella è stata poter parlare con lui come faccio con i miei
amici. Ho parlato con una leggenda”.
E, chissà se ha ancora pianto,
guardando tra le mani quella preziosa maglia autografata che Francesco gli ha
donato!
(Alfredo Laurano)
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