In
effetti, son tempi duri per il nostro ducetto del Consiglio.
“Non sei all'altezza del ruolo
che ricopri, non stai mostrando in questi passaggi delicati della vita del
Paese e della sinistra la statura di un leader, hai solo l’arroganza di un capo”, gli ha
detto, con inaudita durezza, il sempre mite Gianni “Cooperlo” (definizione di
uno stupito Crozza), nel corso della Direzione del Pd.
"Tu non stai facendo il
segretario - ha continuato Cuperlo - e stai spingendo molti ad andarsene via. Magari
in cambio avrai applausi da destra, ma rischiamo di perdere pezzi della
sinistra. Io sento il peso di stare in un partito che non ha molto delle
ragioni che me lo hanno fatto scegliere, anche se tu mi risponderai con un
semplice ciao".
A
tutta propaganda, la risposta e le mosse dell’accusato, che ha subito la
stoccata.
Renzi
attacca la minoranza del PD, come da tradizione, e anche la magistratura, con
un repertorio ormai consolidato, pur rivendicando una differenza dal campione della
materia, Silvio Berlusconi.
Imperversa
su Facebook e si augura che il referendum sulle Trivelle fallisca.
Poi,
per distrarre l’opinione pubblica dallo scandalo petrolio-Tempa Rossa che, insieme
alla spinosa vicenda di Banca Etruria, lo sta mettendo in forte crisi, annuncia
il suo ennesimo coup de théâtre: daremo
80 euro anche alle pensioni minime, replicando - ma sembra essere al
momento solo uno spot pubblicitario - la fortunata mossa di qualche tempo fa -
guarda caso a ridosso delle Europee del 2014 - che aveva corrisposto al ceto
medio e alle famiglie con reddito di 1500 euro al mese.
Resta
il fatto, ma sarà anche questo un caso, che fra qualche settimana è in arrivo
un importante voto amministrativo e che nel suo governo, ministri, indagati,
banche, lobby e conflitti d’interessi sono ormai una costante e una
imprescindibile attrazione
6
aprile 2016 (Alfredo Laurano)
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