venerdì 15 aprile 2016

DI NOTTE, NUDI E TRIBOLANDO

Le lunghe notti insonni che nell’ultimo mese hanno vigilato sui miei dolori vertebrali, tra poltrone, sedute e posizioni strategiche, di più o meno affliggente sofferenza, mi hanno fatto scoprire altre bizzarre pagine di trash televisivo che, ove non bastasse la mia fisica pena, hanno aggiunto ulteriore sconforto mentale, zappingando tra i canali.

Ho così appreso che su canale nove-Deejay Tv vanno in onda, da tempo, alcune straordinarie perle di intrattenimento, dove l’ozioso trastullo voyeuristico giustifica, motiva o forse compensa l’inconsistenza dei temi proposti.
Spero che qualcuno, prima o poi, senza invocare fragili motivazioni antropologiche o di costume, possa spiegarmi il senso, il significato e, soprattutto, l’utilità di certi programmi, dove il vuoto d’autore eguaglia o supera la banalità del racconto.  

“Nell'isola di Adamo ed Eva”, condotto con scoraggiante insulsaggine da Vladimir Luxuria - ormai, solida regina transgender dell’etere - tutto si svolge secondo la regola del nudo integrale: un uomo e una donna si incontrano su un’isola esotica, senza veli e in costumi adamitici. Tra mare, sole, sabbia e rigogliosa vegetazione, si conoscono, si parlano, si scrutano, fanno amicizia e si confessano. A volte, si scambiano effusioni. 
Ma, come da copione, prima di mettere a nudo le loro anime, mettono a nudo il proprio corpo.
All’improvviso, arriva un terzo incomodo che rompe l’eventuale armonia che si è creata e si propone come alternativa ero-sentimentale. 
Inizia una competizione, un confronto di qualità e affinità - a volte, anche fisico - per la preda da conquistare. 
Ovviamente, sempre in totale nudità e sempre con le telecamere alle spalle, discrete e silenziose, a garantire la finta spontaneità dei dialoghi e delle azioni. 
Alla fine, ci sarà la scelta e sboccerà l’amore. 
Che intrigo, che trama appassionante, che tensione emotiva per l’attonito spettatore!

Il filone del "nudo integrale" prosegue idealmente su “Nudi e crudi”, una vera e propria sfida a mani nude in stile primitivo, dove un uomo e una donna, novelli Robinson Crusoe che non si sono mai incontrati prima, si trovano a dover sopravvivere per 21 giorni nei luoghi più selvaggi e ostili del mondo. Vengono lasciati senza cibo e acqua, senza utensili, senza fuoco e medicine, e soprattutto senza vestiti, alle prese con la natura più feroce: freddo, pioggia, pericoli. 
Mangiano larve, insetti e, quando sono fortunati, serpenti e piccoli animali.
Per sopravvivere devono collaborare e unire le forze, potendo contare solo sull’ausilio di un unico oggetto, che hanno precedentemente scelto.
Superato e dimenticato l’iniziale imbarazzo del loro primo incontro, quando si sono presentati uno di fronte all’altro, “come mamma li ha fatti”, devono al loro intuito, alle loro capacità e alla loro forza di volontà il successo o il fallimento dell’impresa.
Ho letto anche che, per non essere da meno, pure su Real Time, in “Nuda proprietà”, un’esperta agente immobiliare, accompagna i clienti molto speciali di una comunità di nudisti della Florida, tra appuntamenti e visite, sempre senza inutili vestiti, alla ricerca della loro casa ideale.
E in “Nudi a prima vista”, sempre su Real Time, nel resort di un’isola primitiva, lontano dai “costumi” della società moderna, i concorrenti - ovviamente nudi - partecipano ad appuntamenti esotici, alla ricerca della propria anima gemella.

Sempre sul canale 9, pare sia da poco arrivato l’ennesimo programma senza veli, un altro figlio o nipotino del Grande Fratello: “Undressed”.
Due etero, gay o bisessuali, si incontrano a letto nudi, pronti a condividere la propria intimità. Hanno 30 minuti a disposizione, per conoscersi e scegliersi. A stimolare l’interazione, di fronte a loro, una parete luminosa sulla quale vengono proiettate foto personali e messaggi che spingono all’azione e al dialogo. Al ventesimo minuto, è prevista la “prova bacio” che serve a dissipare i dubbi sull'effettiva compatibilità dei due aspiranti.

In principio fu “il Grande Fratello” che, agli albori del terzo millennio, cominciò ad assecondare gli impulsi voyeuristici di tanti italiani, fra forzata convivenza, cucina, dispetti e discussioni a base di ignoranza, confessioni noiose e banali e qualche lite, mostrando qualche accenno di sesso in diretta o qualche nudo e un po’ di intimità, sotto la doccia o in amplessi, goffamente camuffati.
Ma il trash, il kitsch, il cult e il pop non finiva lì. Oggi la TV per esibizionisti e guardoni ha raggiunto livelli ben superiori e al cattivo gusto sembra non esserci mai fine.
Insomma, il nudo dilaga, i “reality” spopolano e tutto sono meno che reali.
La fiction si traveste e indossa la propria sola e finta vera pelle per somigliare ad essi.
Come accade in certe preparazioni di gastronomia - snack, merendine, patatine e confezioni varie (al sentore di pomodoro, di affumicato, di formaggio…) - dove si riproducono e si aggiungono, chimicamente, colori, odori e sapori simili a quelli che una volta erano naturali. E tutto diventa verosimile e virtuale.
Proprio, come in questa immonda TV spazzatura, rozza e intollerabile, che solletica gli intimi prudori del malcapitato spettatore.
14 aprile 2016 (Alfredo Laurano)

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