Storico, analista, politologo, esperto di
problemi e sistemi politici, Jovanotti, la popstar che tanto piace ai giovani
rampanti, sta diventando il cantore di Matteo Renzi, un po’ ideologo, un po’
interprete e divulgatore. Come l’Apicella berlusconiano. E, ovviamente, non ama
gli anti-renziani.
Di Salvini non condivide nulla "E’ agli antipodi. Non mi piace il suo
orizzonte, il mio è la società multiculturale, che procura problemi che vanno
risolti. A me piace l'Europa, la moneta unica.”
Landini, invece, lo etichetta semplicemente come
"reazionario", perché la sua idea di sinistra non funziona più, è
superata.
Dall’alto della sua lunga esperienza di
fabbrica e di piazze canterine - dove ha costruito le sue fortune e le sue
esperienze alla catena di montaggio (degli album e dei suoi brani) - il
menestrello Cherubini si permette di bocciare senza dubbi le iniziative
vetero-proletarie di Landini e la sua idea della politica.
Europeista convinto e sostenitore dell’euro,
rappresenta forse una generazione ideologicamente un po’ confusa che parte da
Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa (per dirla con parole sue).
L’altro
maitre à penser, il rapper Pop-Hoolista Fedez che esterna senza filtri o giri di parole, non ama Matteo
Renzi. Un presidente del consiglio la cui campagna elettorale è stata
finanziata dalle grandi lobbies, non può che fare gli interessi delle grandi
lobbies. Ma aggiunge che Renzi e Landini sono la vecchia politica, non
rappresentano la modernità.
E lui, il traghettatore, il rottamatore che
sta salvando il Paese cosa dice?
Dice che Salvini e Landini sono due fenomeni
televisivi la cui idea politica non ha attinenza con la realtà e produce
personaggi che sono solamente soprammobili da talk tv.
“La coalizione di Landini non rappresenta il futuro della sinistra e
non rappresenta neanche il suo passato, il tentativo di intestarsi una
tradizione che non appartiene a quel mondo sarà respinto dalla realtà.”
Lo afferma proprio lui che vive e convive in
TV da oltre un anno, a reti quasi unificate come Berlusconi dei tempi migliori,
e che pone sullo stesso piano due soggetti politici che nulla hanno in comune,
se non la desinenza del cognome, e che predicano idee e programmi antitetici: l’intolleranza
contro la solidarietà, l’esclusione contro l’integrazione, l’emarginazione il
contro il dialogo e i diritti.
Per non dire poi che, sulla carta, ma solo
sulla carta, il saldatore della Fiom dovrebbe appartenere alla sua stessa area
storico-politica di riferimento.
O
dovrebbe appartenerci lui, nel libro immaginario delle favole moderne.
2
aprile 2015 (Alfredo Laurano)
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