E c'era bisogno della condanna dell'Europa per capire cosa è accaduto a Genova, alla Diaz e a Bolzaneto, nel 2001?
No, basta il post delirante di un esaltato in
divisa a screditare tutta una categoria.
"Io
sono uno degli ottanta del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci
rientrerei mille e mille volte". E ancora: “Spero che quel pezzo di merda
di Giuliani (il giovane ucciso
nei disordini) faccia schifo anche ai vermi sottoterra” …
Questo agente, entusiasta del suo operato e che
ha rivendicato con orgoglio la sua partecipazione alla” macelleria messicana”
di quelli che dormivano nella scuola, è stato sicuramente formato e sostenuto
in un ambiente in cui prevalgono ancora gli ideali dell’uomo forte, del macho,
dell’onore, del mito dell’ardore e del guerriero. E’ fiero di “credere,
obbedire, combattere” e della sua fedeltà ai valori nostalgici di “libro e
moschetto”.
Basta leggere i commenti, gli apprezzamenti e
le tante condivisioni, anche di suoi commilitoni, che hanno arricchito e
amplificato le sue vergognose parole:
"Onore
a te Fabio… sono con te… peccato che non c’ero anch’io a calpestare le zecche
comuniste”.
E.S.C.
scrive, testualmente: “In quei giorni ho
vissuto dei momenti che resteranno indelebili nella mia mente e nel mio
cuore...eravamo 80 ma la nostra forza era
inarrestabile...80 torturatori con le palle piene de stemmerde”.
C'è quindi
da stupirsi del totale distacco tra questi corpi o, meglio, questa gente e il
resto della società? Quando lo Stato per primo ignora gli abusi e premia certi
metodi violenti ed arbitrari, non punisce i mandanti, ma anzi li gratifica con
promozioni e carriere prestigiose, perdona gli esecutori delle brutalità e non
gli toglie nemmeno la divisa, come si può pretendere il semplice rispetto delle
persone attraverso la parola e le opinioni?
Lo
stesso vale per molti dei nostri bravi soldati delle missioni di
"pace". Che si comportano come i poliziotti di Genova, in Africa, in Afghanistan,
e dovunque intervengono senza essere visti. Gli "eroi" di Nassyria
avevano le stanze tappezzate di gagliardetti e di frasi di Mussolini (le
immagini sono state pubblicate persino in copertina da “Chi” e il fatto è ben
documentato). Ma nessuna Commissione d'inchiesta è mai nata e mai ha indagato.
Dopo i tanti casi di manifestazioni pacifiche
in cui le forze dell'ordine hanno randellato gente inerme, ragazzi, anziani, donne
e persino chi con la manifestazione non centrava nulla. O, di altri casi di
inerzia, di inefficienza e vigliaccheria contro frange estreme di tifosi
stranieri o presunti black block, o dopo i pestaggi a morte dei vari Aldovrandi,
Uva, Cucchi, Magherini non si poteva (lo Stato) fare chiarezza e giustizia?
Si
dovevano e si dovranno aspettare le nuove condanne della Corte Europea?
Tutte le sdegnate parole che ascoltiamo in
questi giorni sono false, vuote e di pura circostanza. Per lunghi anni la
politica e tutti i responsabili hanno taciuto, omesso, ignorato, minimizzato o
dissimulato.
Le forze dell'ordine di questo Paese,
purtroppo, sono intrise di fascismo e fanatismo, sono ferme ai tempi del manganello
e dell'olio di ricino e si muovono secondo logiche squadriste, che sanno
garantire i privilegi della Casta e la difesa del Potere, ma non i principi di
democrazia.
“Volevamo contrapporci con forza, con giovane
vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra
all'Italia”, aveva scritto su
Facebook, fino a ieri alle 18, il nazionalista poliziotto.
Poi, all’improvviso, ha capito che rischiava
il posto, ha ritrattato e cancellato tutto e ha dichiarato di essere stato
frainteso. Che non è fascista e che vota PD!
Appunto,
questo è lo specchio dell’Italia.
15 aprile
2015 (Alfredo Laurano)
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