Oppure, “ma chi sei Cacini”, con riferimento all'attore comico d’avanspettacolo che era solito provocare la platea con un
atteggiamento da bullo e da sbruffone e con allusioni pesanti e doppi sensi.
Comunque, battute o favolette a parte, il
figlio del Sultano si è sposato davvero e anche il Brunei esiste davvero!
‘Na cosetta semplice, semplice…senza dar
troppo nell’occhio.
Abiti d'oro, scarpe di diamanti e, al posto
dei fiori, un bouquet di pietre preziose. Protagonisti, nello sfarzo, i
gioielli della sposa: diadema, collana, spilla, bracciale e anello con smeraldi.
La cavigliera di oro puro.
Non è una fiaba, non “c’era una volta”: il
matrimonio tra il principe Abdul Malik, 31 anni, figlio del sultano del Brunei,
e Dayangku Raabi'atul 'Adawiyyah Pengiran Haji Bolkiah (ma lui la chiama Dayan,
per non perdere mezza giornata a invocarla col suo nome), di 22 anni, è una
“tristissima” realtà.
Undici giorni di festa, seimila invitati.
La location di queste straordinarie nozze non
poteva che essere il palazzo di Bandar Seri Begawan, una residenza da 1788
stanze, 257 bagni e un’area verde di 200.000 metri quadri, con cinque piscine.
Dopo la cerimonia tradizionale, davanti a una
folla di parenti e personaggi di fama internazionale, la coppia ha offerto un
lauto banchetto, dove ha sfoggiato abiti da sera dalle tinte più scure, ornati
da diamanti e altre scintillanti pietre preziose.
“Sembrava la versione hollywoodiana di Salomè”,
racconta Jillian - una ex preferita
dell’harem del fratello del Sultano - descrivendo
il palazzo con colonne e cupole dorate, immensi saloni con fontane e scalinate
in marmo, tappeti intessuti d'oro e tigri di ceramica con, tra le fauci, rubini
grandi come palle da tennis. “Il principe
possedeva vari altri palazzi, dove vivevano le sue tre mogli; grattacieli di
uffici dove svolgeva i suoi affari; proprietà a Singapore, Londra, Los
Angeles... Ma questa era la reggia dove ogni sera si rifugiava per
rilassarsi".
Ma, ora che è appurato che esiste davvero, lo
sapete dove sta il Sultanato del Brunei, di cui tanto si fantasticava?
E’ uno Stato situato sull'isola del Borneo,
nel sud-est asiatico, che confina, con l'eccezione della costa affacciata sul
Mar Cinese Meridionale, completamente con la Malesia.
Hassanal Bolkiah, sultano regnante e padre
dello sposo, conta su un patrimonio personale di 20 miliardi di dollari, che lo
rende il capostipite della quarta famiglia reale più ricca del mondo.
E’ stato incoronato giovanissimo, a soli 21 anni,
nel 1968.
Ha avuto tre mogli, alcune allo stesso momento, e dodici figli. Controlla
una catena di hotel lussuosi, che includono il Beverly Hills Hotel. Ama le
macchine sportive e si parla di una collezione privata dei Rolls, Ferrari,
Bentley che supererebbe il valore di 300 milioni di dollari.
Ha speso più di 100 milioni di dollari per
comperare dalla Lufthansa un Boeing 747 e ulteriori 120 milioni per ridecorarlo,
rendendolo il prototipo del lusso estremo. Il veicolo vanta, per esempio, un
lavandino d’oro e cristallo.
Ha il suo personale parco giochi, Jerudong
park, costruito al modico costo di un miliardo di dollari, che lascia
utilizzare ai suoi sudditi. Michael Jackson e Whitney Houston si sono esibiti
in quel parco, al soldo del buon re, ed a beneficio dei suoi sudditi ed amici.
Il
Brunei straripa di petrolio. Produce più di 180 000 barili al giorno e gli
export di gas e oro nero rappresentano più della metà del PIL annuo.
Ma il Sultano è anche il più alto custode
della religione islamica del Paese.
Un anno fa, ha ordinato l’introduzione delle
rigide regole della Sharia, il codice penale islamico, anche per i cittadini
cristiani (una minoranza), fortemente contestate dalle organizzazioni internazionali
per i diritti umani e da una raffica di proteste internazionali, condanne e
indignazione morale, soprattutto, negli Stati Uniti.
Il codice legato alla Sharia prevede tre
fasi.
Nella prima subiranno ammende e pene
detentive coloro che saranno trovati colpevoli di condotta indecente, che metteranno
al mondo figli al di fuori del matrimonio o che non frequenteranno la moschea
il venerdì.
Nella seconda fase, i condannati per furti e
rapine saranno frustati pubblicamente o avranno le mani tagliate.
L’anno prossimo, la fase finale: lapidazione a
morte per adulterio e sodomia.
Queste
leggi ferree sono “un atto di fede e
gratitudine nei confronti di Allah, ma Allah stesso ha detto che la sua legge è
davvero giusta", ci informa il sultano del
Brunei.
Intanto, mentre il devoto sultano impone
flagellazioni, lapidazioni e amputazioni, suo fratello Jefri se ne fotte di
regole e sharie e di compiacere Allah: allarga e rinfresca il suo harem e gira
il mondo con il suo super yacht che si chiama “Tits”, ovvero, tette. Con tanto di navi di appoggio che si
chiamano Capezzolo 1 e Capezzolo 2.
Avesse una mania?
A proposito, il Sultano titolare Hassanal ha
altri undici figli - quattro maschi e sette femmine - e sta su Facebook.
Io, non
si sa mai, gli ho chiesto l’amicizia.
15
aprile 2015 (Alfredo Laurano)
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