Non
era un fucile, ma poteva esserlo e per lei lo era.
In
un Paese, dove sono morte oltre duecentomila persone, fra cui migliaia di
bambini in un conflitto definito civile (?) è normale e possibile che una bimba
scambi un obiettivo per la canna di un fucile, perché quello ha visto tutti i
giorni nella sua precaria esistenza.
Hudea
si è arresa al gioco perverso, insensato e più feroce dell’umanità.
Ha
conosciuto, nei suoi pochi anni, solo la paura, la guerra, la fame e la
violenza. Non ha giocato con le bambole, nei parchi o negli asili.
Come a tutti i bambini, vittime
innocenti di quella follia, le hanno rubato l’infanzia, il sorriso, i sogni e
la fantasia.
1 aprile 2015 (Alfredo Laurano)
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