Riporto
uno stralcio dello scritto della mia cara amica Giulia Bettini, che coincide
con il mio pensiero.
“Vorrei
ricordare che Totò Riina, se pure anziano e malato, non è che sia abbandonato a
se stesso, senza trattamenti sanitari;
vorrei
ricordare che questo individuo, negli ultimi anni, è stato più volte ricoverato
in ospedale per essere curato;
vorrei
ricordare che non si è mai pentito, non ha mai chiesto perdono, non ha mai
collaborato con la giustizia;
vorrei
ricordare che fino a un paio di anni fa ordinava stragi anche dal carcere;
e
infine vorrei ricordare che questo individuo ha ordinato carneficine, ha fatto
sciogliere bambini nell'acido, ha fatto saltare in aria uomini come Falcone e
Borsellino, con relative scorte, ha fatto uccidere il generale Dalla Chiesa e
sua moglie, senza contare tutti gli altri infiniti orrori dei quali si è reso
colpevole.
Per
come la vedo io, Totò Riina è la personificazione stessa del Male. Sì, proprio
del Male, con la emme maiuscola!
Mi
chiedo con quale vergognoso spirito, adesso, si appelli al diritto di avere una
"morte dignitosa"! Nessuna morte sarà mai dignitosa per lui!
Le morti dignitose, per quanto orribili, sono
state quelle delle sue vittime, di chi ha sacrificato consapevolmente la
propria vita per combattere la mafia!”
In
attesa che Bruno Vespa riorganizzi il suo salottino, ospitando ancora il figlio
di Riina, mi permetto solo di aggiungere che “nessuna morte sarebbe mai
dignitosa per lui”, perché non è stata certo dignitosa la sua vita di abietto,
ignobile, spietato e schifosissimo “uomo d’onore”, condannato a 18 ergastoli.
Un rifiuto umano, un errore evolutivo, privo di ogni forma di coscienza e
umanità, ipocritamente (come tutti i luridi mafiosi) devoto ai santi e timorato
di Dio.
Che
marcisca nella sua sporcizia esistenziale e morale. Prima, durante e dopo.
(Alfredo Laurano)
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