Che gusto c’è
ad acquistare e indossare borse, portafogli, cinture e cinturini in pelle di
coccodrillo, dietro la cui produzione si nasconde un orrore di cui, forse, non
ci si rende davvero conto?
Lo sanno
costoro che I rettili vengono scuoiati vivi brutalmente solo per soddisfare i
loro vacui desideri o di quelli che ricercano accessori considerati di lusso,
da usare o da indossare come status symbol?
Davvero pochi
sono consapevoli dell’estrema crudeltà che gli animali esotici sono costretti a
subire per essere trasformati in semplici accessori.
Sulla schiena
dei coccodrilli viene praticata un’incisione che permette di scuoiarli vivi.
Alcuni si muovono ancora mentre la loro pelle viene rimossa.
La morte dei
coccodrilli scuoiati può avvenire anche molte ore dopo la tortura. Rimangono
sensibili a lungo allo stress e al dolore di questa insensata crudeltà.
Per realizzare
una borsa media è necessario l’abbattimento di almeno quattro esemplari.
Per anni,
grandi marchi della moda, come Louis Vuitton, Givenchy, Christian Dior e tanti
altri hanno sfruttato in Vietnam tale produzione, anche se oggi se ne dicono
estranei.
La Peta,
organizzazione non profit a sostegno dei diritti degli animali, attraverso vari
video, ha messo in mostra la terribile realtà di cui sono vittime decine di
migliaia di questi animali, che vengono allevati o catturati, torturati e
uccisi per essere trasformati, venduti ed esibiti, sotto varie forme, in tutto
il mondo, un segreto che la grande industria del futile è riuscita a tenere ben
nascosto, a lungo, a livello internazionale.
Per promuovere
un’altra forte campagna di sensibilizzazione, la stessa Peta ha creato un finto
store in un centro commerciale di Bangkok, dove, aprendo una borsa, provando
guanti e scarpe o tirando la zip di un giubbotto, le persone - ignari
potenziali clienti - si sporcano di sangue e scoprono il cuore pulsante di
qualche animale. Una visione che fa rabbrividire e inorridire, come mostrano le
loro espressioni e reazioni, riprese e poi montate in video.
Tutto questo è
già successo e succede, da tempo, anche nella produzione delle pellicce di
altri animali allevati, torturati, uccisi o scuoiati vivi per le stesse
ragioni, o estratti come i piccoli di foca dalle pance delle madri.
Non resta che
il rifiuto di queste insulse mode e il boicottaggio di tali prodotti di pura
crudeltà, oltre alle campagne di informazione, per far conoscere al grande
pubblico i maltrattamenti e le sevizie che violano il rispetto e i diritti
degli animali.
Visoni,
ermellini volpi argentate, linci, lontre, marmotte e cincillà costretti in
gabbie troppo piccole, al freddo e in condizioni igienico sanitarie
inesistenti, colpevoli di avere per natura un pelo folto e lucente che gli stilisti
sanguinari, maestri di eleganza, stile e tendenza, hanno deciso essere il
principale motore del loro business, in questo continuo e assurdo ecocidio.
L’unico modo
per demolire il sistema di affari è, innanzitutto, rinunciare a questa logica
aberrante e poi contribuire, con ogni mezzo, al calo della domanda di questi
schifosi beni di lusso, realizzati massacrando esseri senzienti, per capriccio,
voluttà e indegno esibizionismo.
Senza versare
nemmeno una lacrima di coccodrillo.
3 giugno 2017
(Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento